Ultima fermata: Auschwitz. Storia di un ragazzo ebreo durante il fascismo (F. Sessi)

Creato il 01 giugno 2014 da Stefania
E' sempre un piacere trovare un luogo in cui si possa passare qualche momento tranquillo in compagnia di un buon libro. L'altro giorno ne ho trovato uno: ho avuto occasione di gustare un buon aperitivo seduta (ero sola) ad un tavolo avvolto in ottima musica suonata da un pianoforte che si trovava al lato della stanza e, una pagina dopo l'altro, sono riuscita ad estraniarmi dal contesto per immergermi in una lettura che mi ha presa, una parola dopo l'altra.
A dire il vero, nel leggere la storia di Arturo Finzi l'aperitivo mi è andato un po' di traverso al pensiero di ciò che ha dovuto passare, lui come tanti altri giovani (e meno giovani) a quel tempo. Un tempo non molto lontano dal nostro ma che, alla luce della nostra quotidianità, troppo spesso viene coniugato al passato remoto mentre così non dovrebbe essere.Ultima fermata: Auschwitz. Storia di un ragazzo ebreo durante il fascismo. Questo è il libro che avevo in borsa ed il cui titolo parla già da solo.
Arturo è un ragazzino che si rende conto di essere ebreo nel momento in cui il regime fascista vara le leggi razziali del 1938. Da quel momento, la sua vita cambia radicalmente anche se non in modo improvviso. Arturo inizia a scrivere un diario che tiene segreto a tutti fino a che non si trova davanti ad una scelta che, in modo definitivo, gli cambierà la vita. Nel tempo ha visto succedere, attorno a se, cose che mai avrebbe potuto immaginare. Quel ragazzino pieno di sogni, di speranze, di aspirazioni per il futuro... quel ragazzino che amava la musica, suonava il pianoforte ed aveva tante progetti per se e per la sua innamorata Giulia, vede tutto ciò sbriciolarsi tra le sue dita per affrontare un destino terribile, per se e per la sua famiglia di ebrei.
Con un linguaggio semplice ed efficace, Arturo racconta il suo presente e trasmette, in modo immediato, le sue sensazioni, le sue paure. Quando ero ragazzina e a scuola ci hanno fatto leggere Il Diario di Ann Frank non credo di essere riuscita a realizzare, appieno, ciò che stessi leggendo. Forse ero troppo piccola... o forse il fatto che fosse una lettura obbligata dall'insegnante me l'ha fatta scivolare tra le dita senza troppa attenzione. A distanza di tanti anni - ed ovviamente con una diversa maturità - mi rendo conto di come, testimonianze come quella di Ann e di Arturo possano rendere l'idea (seppur in parte perché l'autore ha evitato descrizioni e considerazioni sugli aspetti più terribili della deportazione) di cosa si sia vissuto in quell'epoca e di cosa tutti noi dovremmo eternamente ricordare affinché tragedie come quella non si verifichino mai più.
Il diario di Arturo termina con la consegna, da parte del ragazzo, alla signora Maria affinché possa consegnarlo alla sua innamorata Giulia. Il libro prosegue, poi, con il racconto di Giulia che fa capire cosa sia successo ad Arturo ed alla sua famiglia (cosa che è facilmente immaginabile, purtroppo) e che propone delle riflessioni storiche precise e circostanziate.
Trovo che questo libro sia un utile strumento per capire e per non dimenticare. E' indicato per lettori dagli 11 anni ma ammetto di averlo con estremo interesse anche io, che gli undici anni li ho superati già da un po'. E' una lettura capace di trasmettere molto anche ad un adulto oltre che capace di aiutare i più giovani a capire. 
Riporto un passaggio molto significativo di una lettera lasciata da Arturo a Giulia.
Carissima Giulia, oggi è successo quello che avevo temuto da sempre: anche gli ebrei italiani stanno per essere deportati all'Est. Molti dicono che si tratta di una misura provvisoria imposta dalla guerra, e che presto tutti torneranno a casa. Perchè, allora, si arrestano gli infermi, i bambini, le donne gravide, gli anziani? Com'è possibile sostenere che tra loro si annidano cospiratori, partigiani, nemici pericolosi dei tedeschi e dei fascisti?
Ed ancora:
Ci rivedremo ancora? Potrò abbracciarti, baciarti come nei giorni passati insieme? Qualunque cosa accada, Giulia, sii orgogliosa del nostro amore, della forza e del coraggio che ci ha dato e che ancora ci darà di vivere e capire questo Male supremo che abita le contrade d'Italia e d'Europa. Sia un tuo imperativo capire e ricordare. Non serve piangere e disperarsi, ma una sola promessa: che quanto è accaduto a noi non accada mai più a nessuno, sulla faccia della terra.
E' l'ultimo libro che ho letto nel mese di maggio e con questo libro ho chiuso il mio impegno assunto nell'ambito della campagna Il maggio dei libri. E' stato un lavoro faticoso quello che ho portato avanti per tutto il periodo di maggio: scrivere un post al giorno per tutta la durata della campagna mi ha impegnata un bel po'. Il lavoro, la casa, la famiglia... il tempo ne è sempre poco ma ho cercato di fare del mio meglio per portare il mio contributo alla diffusione della lettura nel tentativo di trasmettere il mio amore per i libri. Ne è valsa la pena, credo!Ho chiuso il mese con una lettura impegnativa (seppur scritta in modo scorrevole e non faticoso da leggere) ed ora, magari, mi dedicherò a qualche cosa di più rilassante... ***Ultima fermata Auschwitz. Storia di un ragazzo ebreo durante il fascismoFrediano SessiEinaudi Ragazzi Storia8.50 euro 

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