“ultima fermata prima dell’ inferno” di innocente foglio recensione a cura di monica pasero

Creato il 24 marzo 2013 da Paperottolo37 @RecensioniLibra

Vorrei che un Cristo   

Vorrei che un Cristo

Rimanesse…

Scelto a caso

Tra chi non offre

Che il proprio quotidiano

Sudore

Tra chi cede di schianto

Al dolore

Come una vecchia scorza

Che non ha più un pugno

D’ombra da spiccare

Vorrei un Cristo

 Che abbia in viso

Il marchio

Di una stella di cartone,

che abbia le mani

ferite da tutte le piaghe

di Hiroshima;

che ami il tono di un verso

che si lacera

e non si rassegna

al dolore universale!

Vorrei che il mistero Avesse 

un’‘alba  di semplice parola,  

il segno di un piccolo feto

ravvolto in panni di uomo:

 Un cristo così uomo

 da tenere la sua più cara dimora

 fra i poeti più poveri dell’umanità “

soltanto  a un Cristo così

regalerei lo sguardo di un piccolo  indio   smarrito in una strada di Bombay

….e la mia vuota ragione 

Di razza pregiata

che non sa più creare

una preghiera

Innocente Foglio

Prendo questo elegante volume in mano,ampie pagine bianche accompagnano la mia lettura, piccoli sprazzi di verità le riempiono, guidandomi  in questo viaggio introspettivo, compiuto tempo  prima  dall’autore. Stati d’animo s’ avvicendano, alternando sentimenti contrastanti :rabbia, amore, paura,coraggio. Riflessioni intime del poeta,compiute  in un periodo difficoltoso del suo esistere.

 Ogni suo passaggio è una considerazione su ciò che lascia di questa vita.

In un momento buio del suo cammino, nasce questa raccolta, stralci di pensieri si susseguono, riflessioni abbandonate al loro destino si concedono alla carta spontaneamente,  arrendevoli alla cruda realtà. S’ imprimono così con forza nei pensieri del poeta. Concetti liberi, che rincorrono l’emozione del momento, donando al lettore l’essenza stessa della poesia, nella sua irrazionale bellezza. Perché la poesia è una sfumatura dell’ anima  che concede emozione  solo a chi è in grado di coglierla.

In questa raccolta attraverserete un viaggio travagliato, ma velato da una profonda speranza.

Monica Pasero

 



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