Vorrei che un Cristo
Vorrei che un Cristo
Rimanesse…
Scelto a caso
Tra chi non offre
Che il proprio quotidiano
Sudore
Tra chi cede di schianto
Al dolore
Come una vecchia scorza
Che non ha più un pugno
D’ombra da spiccare
Vorrei un Cristo
Che abbia in viso
Il marchio
Di una stella di cartone,
che abbia le mani
ferite da tutte le piaghe
di Hiroshima;
che ami il tono di un verso
che si lacera
e non si rassegna
al dolore universale!
Vorrei che il mistero Avesse
un’‘alba di semplice parola,
il segno di un piccolo feto
ravvolto in panni di uomo:
Un cristo così uomo
da tenere la sua più cara dimora
fra i poeti più poveri dell’umanità “
soltanto a un Cristo così
regalerei lo sguardo di un piccolo indio smarrito in una strada di Bombay
….e la mia vuota ragione
Di razza pregiata
che non sa più creare
una preghiera
Innocente Foglio
Prendo questo elegante volume in mano,ampie pagine bianche accompagnano la mia lettura, piccoli sprazzi di verità le riempiono, guidandomi in questo viaggio introspettivo, compiuto tempo prima dall’autore. Stati d’animo s’ avvicendano, alternando sentimenti contrastanti :rabbia, amore, paura,coraggio. Riflessioni intime del poeta,compiute in un periodo difficoltoso del suo esistere.
Ogni suo passaggio è una considerazione su ciò che lascia di questa vita.
In un momento buio del suo cammino, nasce questa raccolta, stralci di pensieri si susseguono, riflessioni abbandonate al loro destino si concedono alla carta spontaneamente, arrendevoli alla cruda realtà. S’ imprimono così con forza nei pensieri del poeta. Concetti liberi, che rincorrono l’emozione del momento, donando al lettore l’essenza stessa della poesia, nella sua irrazionale bellezza. Perché la poesia è una sfumatura dell’ anima che concede emozione solo a chi è in grado di coglierla.
In questa raccolta attraverserete un viaggio travagliato, ma velato da una profonda speranza.
Monica Pasero