Ultimamente Leggiamo - Piccole Donne: i valori della famiglia March -- il lavoro

Creato il 31 maggio 2011 da Lalenene @Irene_Marziali
Come è stato accennato in qualche commento, una delle cose che stona maggiormente al nostro orecchio moderno è il buonismo imperante in Piccole Donne. Sicuramente questo è da attribuirsi sia al periodo in cui è stato scritto, sia allo scopo del romanzo di "insegnare". Ma da parte nostra crediamo che questo romanzo contenga anche dei punti che potremmo definire "innovativi" rispetto alla letteratura comune al tempo, specialmente considerando il fine educativo dello stesso. Consideriamo brevemente uno di questi punti in questo post, mentre lasceremo ad un prossimo post un ulteriore osservazione.  Il lavoro come nobilitazioneIn Piccole Donne il lavoro non viene mai sminuito, anzi viene esaltato.  Tutte e quattro le ragazze vengono descritte impegnate in proprie attività: Meg fa la governante ai bambini della famiglia King; Jo fa da dama di compagnia alla zia ricca; Beth si occupa delle faccende domestiche e del proprio studio; Amy va a scuola. è vero che le ragazze lavorano a causa delle cattive condizioni economiche della famiglia, ma nessuna di loro viene sminuita o umiliata per il lavoro che svolge. Al contrario il lavoro che svolgono viene considerato importate.  Ne è di esempio il capitolo 11: arrivano le vacanze e ciascuna delle ragazze desidera occuparsi unicamente dei propri piaceri e divertimenti, senza passare il tempo in faccende "di lavoro" quotidiano. Il racconto mette in cattiva luce questo loro oziare evidenziando gli effetti negativi che produce su ciascuna di loro e tirando fuori la morale finale: 
" - Mamma, te ne sei andata e ci hai lasciate fare per vedere come ce la saremmo cavata, non è vero? - esclamò Meg, che tutto il giorno aveva avuto quel sospetto.- Sì. Volevo farvi capire che il benessere di tutti dipende dalla buona partecipazione di ognuno. (…) ho pensato che una lezioncina vi avrebbe aperto gli occhi su quel che accade quando ognuno pensa soltanto a se stesso. Non vi pare sia meglio aiutarsi l'un l'altro, avere ciascuno dei doveri che poi rendono più gradito il riposo? Come pure tollerare ed essere tollerati, in modo che la casa sia comoda e piacevole per tutti?- Oh, sì, mamma, sì - esclamarono le ragazze.- E allora lasciate che io vi dia un consiglio: riprendete i vostri fardelli. Se anche a volte sembrano pesanti, sono utili, e diventano più leggeri se impariamo a portarli. Il lavoro è sano e ce n'è per tutti: tiene lontani la noia e i mali, fa bene alla salute e allo spirito, e dà un senso di forza e d'indipendenza molto più del denaro o della moda"
 Quindi il lavoro viene esaltato come salutare per il corpo e lo spirito. Dopo questa avventura le ragazze mostrano di aver capito la lezione e fondano la "società delle Api Operaie", trovando un modo intelligente di impiegare il proprio tempo anche durante le vacanze, ponendosi ciascuna degli obbiettivi da raggiungere. Quando Laurie si avvicina e chiede cosa stiano facendo le ragazze espongono le regole della società:
" - Non ho nulla in contrario se fai qualcosa. È contro le regole  star qui senza far niente - rispose Meg gentilmente, ma con molta serietà. (…) (Jo) - Bene, abbiamo cercato di non sprecare le vacanze, ci siamo imposte un compito e abbiamo lavorato di buona lena. Le vacanze stanno per finire, abbiamo già fatto quel che dovevamo fare e siamo felicissime di aver lavorato invece di oziare. " (Capitolo 13 - CASTELLI IN ARIA)
 Altro punto di vista interessante lo troviamo espresso dal sig. Brooke nel capitolo 12 - CAMPO LAURENCE quando lui e Meg si trovano a parlare con Miss Kate venuta dall'Inghilterra e ospite di Laurie. L'ospite è quasi scandalizzata dal fatto che una ragazza come Meg sia costretta a lavorare. Il sig. Brooke difendendo Meg dichiara: 
"- In America le ragazze amano l'indipendenza almeno quanto i loro antenati e sono ammirate e rispettate per il fatti che si guadagnano la vita"
 Quindi il lavoro non viene visto come una necessità, un obbligo a cui le ragazze sono costrette a sottostare, né come un'attività svilente e umiliante, ma come un mezzo di indipendenza che rende la persona dignitosa e rispettabile per quello che fa. Un punto di vista che vorremmo vedere tornare di moda anche ai nostri giorni!  A presto con un ulteriore approfondimento,Alessia  & Irene

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