Trieste, Londra, Milano e una protagonista, Asmara, o Benedetta (la protagonista preferisce di gran lunga essere chiamata con il secondo nome), una donna dall’età indefinita e indefinibile, che mette smalto blu e illumina tutto ciò che indossa con paillettes, dorme con due cellulari sul cuscino e lavora come profumiera. Ogni capitolo inizia con una breve poesia che Benedetta o Asmara legge quasi come un oroscopo, come se quelle frasi stampate le possano predire il suo futuro, il suo destino. Un destino e la ricerca dell’amore, quello vero anche ai tempi di Facebook e dei social network.
Un libro particolarissimo, a cominciare dal modo in cui la protagonista ci viene presentata: l’autrice, infatti, ricorre a un modo tutto personale di fare, un po’ sarcastico e spigliato. La voce narrante è quella di un ipotetico spettatore che ci racconta le esperienze di vita della protagonista del libro, un occhio estraneo che scruta tutta la vicenda e che ci strappa qualche sorriso, necessario, a volte, per non farsi travolgere dalla drammaticità di certi passaggi.