L'acceleratore di particelle più grande del mondo è pronto a far collidere ioni pesanti e a ricreare così i primi microsecondi di vita dell'universo.Dopo aver raggiunto l'obiettivo programmato per le collisioni tra protoni, il Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra inizierà a far collidere ioni pesanti, più precisamente ioni di piombo, entro il mese di novembre 2010.Collisioni di questo tipo dovrebbero creare una sorta di palla di fuoco composta da quark e gluoni, i componenti dei protoni e dei neutroni. Le energie di collisione saranno però di gran lunga più grandi rispetto a quelle raggiunte dal predecessore, il Relativistic Heavy Ion Collider (RHIC) del Brookhaven National Laboratory di New York. Le collisioni di RHIC hanno mostrato, contrariamente a quello che ci aspettava, che la zuppa di quark e gluoni, a quelle energie ha dei comportamenti simili a quelli di un liquido; sarà interessante scoprire se questo comportamento si manterrà anche alle energie molto più elevate che si potranno raggiungere grazie a LHC.
L'acceleratore di particelle più grande del mondo è pronto a far collidere ioni pesanti e a ricreare così i primi microsecondi di vita dell'universo.Dopo aver raggiunto l'obiettivo programmato per le collisioni tra protoni, il Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra inizierà a far collidere ioni pesanti, più precisamente ioni di piombo, entro il mese di novembre 2010.Collisioni di questo tipo dovrebbero creare una sorta di palla di fuoco composta da quark e gluoni, i componenti dei protoni e dei neutroni. Le energie di collisione saranno però di gran lunga più grandi rispetto a quelle raggiunte dal predecessore, il Relativistic Heavy Ion Collider (RHIC) del Brookhaven National Laboratory di New York. Le collisioni di RHIC hanno mostrato, contrariamente a quello che ci aspettava, che la zuppa di quark e gluoni, a quelle energie ha dei comportamenti simili a quelli di un liquido; sarà interessante scoprire se questo comportamento si manterrà anche alle energie molto più elevate che si potranno raggiungere grazie a LHC.
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