THERIOS:La classe lavoratrice o è rivoluzionaria o non è nulla, lo disse anche Carlo Marx.
Therios non crede alle proprie orecchie mentre con voce fredda il notiziario snocciola le ultime della sera: al suo già misero nutrimento di appena millecento croccantini sui quali, non solo per due anni non viene calcolata la rivalutazione per la crescita, ma, per di più, viene tagliata anche la tredicesima. Con la diceria che finora tutti hanno campato al di sopra delle proprie possibilità, chi ha vissuto sempre modestamente e consumato con oculatezza cercando di arrivare dignitosamente alla fine del mese, oltre il danno deve subire la beffa, sentirsi in balia dei criminali strozzini, alla croce dell’ingiustizia inchiodato. Perché non vengono adottate le leggi contro lo strozzinaggio e la speculazione? Perché non viene abolito il gioco in borsa? Il vitello d’oro ha preso il sopravvento, nessun Mosè è rinato, nessun Messia è resuscitato. Se quanto viene preso al povero, in proporzione venisse preso al ricco, tutti diventerebbero dei benestanti. Perché i millecento croccantini, con le giuste rivalutazioni, non vengono dati ugualmente a tutti? Invece la povertà impoverisce sempre di più perché è costretta ad ingrassare la ricchezza. Questi governanti riducono alla disperazione più nera, mettono alla fame! (Ricordo di un racconto di Tirella).
A N EL I T O D I G I U S T I Z I A
Se vedi li occhi miei di pianger vaghi
per novella pietà che ‘l cor mi strugge,
per lei ti prego che da te non fugge,
Signor, che tu di tal piacere i svaghi;
con la tua dritta man, cioè, che paghi
chi la giustizia uccide e poi rifugge
al gran tiranno, del cui tosco sugge
ch’elli ha già sparto e vuol che ‘l mondo allaghi,
e messo ha di paura tanto gelo
nel cor de’ tuo’ fedel, che ciascun tace:
Ma tu, foco d’amor, lune del cielo,
questa vertù che nuda e fredda giace
levala su vestita del tuo velo,
ché senza lei non è in terra pace.
-Dante-
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