Il segno dell'untore
un thriller medievale ambientato nella Milano del 1576, dominata dalla Corona di Spagna e sconvolta dalle continue epidemie di peste bubbonica.
Il romanzo introduce un nuovo protagonista seriale, il giovane notaio criminale Niccolò Taverna, un investigatore astuto e intelligente che deve risolvere un difficile caso di omicidio, in un clima di tensione, tra l’arcivescovo Carlo Borromeo e la Santa Inquisizione spagnola.
Niccolò deve risolvere il caso e gestire il rapporto con la moglie, malata di peste e in fin di vita, e l'attrazione per una misteriosa ragazza, Isabella Landolfi.
Il romanzo
L’autore
Dall'intervista per l'ufficio stampa Mondadori
Franco, chi è esattamente Niccolò Taverna?
E’ l’equivalente del 1576 di un moderno commissario di polizia. I notai criminali erano i magistrati che a quel tempo, a Milano, indagavano sui casi di omicidio, sui casi criminali e sulle ruberie, e lo facevano adottando tecniche investigative sorprendentemente moderne, per quanto i loro strumenti più efficaci per trovare i colpevoli fossero l’intuito, l’istinto e l’esperienza. Ma trutto ciò che i miei personaggi fanno, è rigorosamente documentato, e quindi sorprenderà vedere quali tecniche investigative possedevano.
Facci qualche esempio.
Nel romanzo ce ne sono a bizzeffe e, come detto, non si tratta di mie invenzioni, bensì del risultato di un lungo lavoro di ricerca e documentazione che mi ha portato a scoprire come questi funzionari del Tribunale di Giustizia di Milano fossero davvero all’avanguardia, per ciò che atteneva le indagini di polizia. Per esempio, erano soliti portare con sé dei bastoncini con la punta ricoperta di cera, con i quali frugavano fra gli oggetti appartenuti alle vittime di un omicidio, o su ciò che trovavano sul luogo di un delitto. Perché? La nostra mentalità moderna ci spingerebbe a rispondere: per non inquinare le prove. Ma naturalmente, dato che non esistevano analisi scientifiche, a quell’epoca, il motivo è ben altro. I notai criminali usavano quei bastoncini per frugare con sicurezza (secondo le credenze dell’epoca) fra gli ogetti rinvenuti sui luoghi degli omicidi senza rischiare di toccare qualcosa che potesse essere stato infettato dalla peste, che nel 1576 stava decimando la popolazione di Milano. Credevano che se avessero toccato qualcosa imbevuto dell’umore della malattia, questo sarebbe scivolato sulla cera dei loro bastoncini, e con una semplice scrollatina se ne sarebbero liberati, senza rischiare contagi.
Titolo: Il segno dell'untore
Autore: Franco Forte
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Data di Pubblicazione: Gennaio 2012
ISBN: 8804620153
ISBN-13: 9788804620150
Pagine: 342
Formato: rilegato
Prezzo: €. 15,00
Seguo da mesi le pubblicazioni di questo autore (soprattutto le storie dedicate all'Antica Roma), e da appassionata di gialli storici sono curiosa di leggere questo thriller ambientato nel Medioevo.