Da qualche parte, in qualche modo, senza infrangere la legge, si può ancora insidiar salmonidi. Ma sui nostri fiumi, dove ci misuriamo ogni anno nella caccia alla Regina delle correnti ci hanno dato appuntamento al prossimo Febbraio.
Oggi possiamo dirvi com’è andato l’ultimo weekend, il weekend in cui abbiamo stretto forte ogni momento di pesca, in cui abbiamo fatto tesoro di ogni emozione come un orso farebbe il pieno di cibo prima del letargo invernale. Ogni minuto è stato intenso nel weekend della chiusura. Catture ed emozioni non sono mancate…
Il piano Anonimo era, come sempre, diabboliko: 3 giorni di pesca consecutivi!
Venerdì mattina il traffico in entrata a Milano era un girone dantesco, una fiumana lenta di auto e fumi, ma in uscita era un’altra storia… la macchina volava su ali di entusiasmo scappando dalla città carica di canne da pesca!
In perfetto stile guerriglia Francis ed io abbiamo attaccato una ben nota lama, ci alternavamo sui primi lanci, io pescavo durissimo a minnow, lui palleggiava dal rotante argento al minnow. Il cielo era plumbeo con qualche goccia di pioggia, l’acqua era bassa ma non drammatica, limpida ma promettente. Non stavamo prendendo una favada, neanche vedevamo pesci o segni della loro presenza. Ma la baldanza non ci mollava. Più a monte, sempre tratto libero, io cercavo correntoni a minnow, Francis studiava una grande buca. Bam! Salti, salti, salti verticali! Chi ha detto che le marmorate non saltano? Quella sembrava una giovane iridea! Era a valle, controcorrente in una corrente forte, anche se non molto grande mi ha divertito moltissimo, ho assecondato i salti con la canna e in breve ero a valle a slamarla. Slamata, stimata 44, misurata velocemente in acqua faceva 44 centimetri… Francis ha scattato la foto: libera! Non era passato molto tempo e stavamo già ordinando primo, secondo e dessert! Just like a pro!
Rammaricati per aver passato troppo tempo a risalire il torrente in riserva, forse perchè ammaliati dalla bellezza del paesaggio montano, siamo scesi a valle su un tratto non molto conosciuto di Sesia, in SVPS. Qui pescavamo pesante, io a rotante con Vibrax 5 argento e arancio, Francis a ondulante. Uno strattone per me al calar del sole. Nulla di fatto. Poi sigari e chiacchiere fino a buio fatto sulle sponde di una lunga lama.
Cambiati, asciutti, eccoci: eravamo ancora al banco di prova che ci vede sempre vincenti: a tavola! Cena con Savio e Fabio, grandi pescatori, grandi chiacchiere di pesca!
Venerdì notte, a casa sul lago: caloriferi accesi, più per asciugare stivali e vestiti che per scaldare noi. In breve fu tutto silenzio e sonno. (Due spesse porte di legno separavano me dal rantolio-russante di Francis! Grazie Morfeo!)
Due equipaggi per la mattina: la Serie A attaccava un tratto basso, mentre Francis, Matteo e Francesco sono andati a cercare gloria facile a valle di una riserva…
La Serie A, per definizione, spacca. Dopo due ore e mezza risalendo il fiume con grazia e perizia e tanta sucazia (neologismo per “assenza di abboccate”) ci eravamo spaccati i maroni! <Ohhh… ma com’è che non sto beccando una ramazza?> chiedeva il grande pescatore all’altro grande pescatore; < Hai provato a vedere tra le natiche? > rispondeva con esperienza e saggezza il compagno. Molte domande e risposte di questo tenore si sono alternate a numerosi cambi di artificiale ed approccio. Era la fine del tratto, là dove dovevamo uscire dal greto e tornare alla macchina, quando Jacopo cadde in tentazione: si mise al telefono con la fidanzata! Gli dei della pesca tutto vedono, sapevo che era un’occasione da non perdere perchè probabilmente gli dei avrebbero voluto dargli una lezione… Ho montato un rotante, vibrax 4 bronzo, colore in cui ripongo massima fiducia nelle acque limpide e mosse, lanciato a monte recuperato veloce sul filo di corrente… BAM! Abboccatona! Belle testate, un salto spettacolare, <Amore, ti richiamo> diceva Jacopo alla donna, trota a riva, stimata 45, misurava 43. Un ibrido non enorme, ma davvero possente, maestosa e bellissima trota del fiume.
Francis ci ha confermato il loro risultato: fario da 42 centimetri per lui! A pranzo tutti insieme abbiamo visto le foto, non c’erano dubbi: fariolona immessa e scesa a valle, la differenza tra i due pesci, cresciuto in fiume o in vasca, salta agli occhi! Ma fu un coro di “bravò” a Francis per lo scappottamento di taglia. Meno bravo si era distrutto uno scarponcino waders… cambio obbligato: cosciale in gomma old-style, vecchia scuola!
Il pomeriggio di sabato ha visto nuove squadre sul fiume: i celebri Invernizzi’s Brothers hanno pescato una gola impervia dell’alto Sesia, gli altri hanno battuto due spot poco più a valle. Il sole ha squarciato le nuvole per un’oretta e gli Invernizzi hanno marcato sul tabellone: due marmoratine sui 30 e due o tre pesci slamati. Da segnalare una bella marmo sui 45 girata e persa a ondulantone…
Ma ancora si doveva consumare il tramonto del sabato! Io Francis abbiamo cappottato in un tratto basso e, al primo buio eravamo in macchina verso l’alta gastronomia. Gli altri invece, andati più a valle a pescare a minnow… ebbene… hanno cappottato anche loro. E’ davvero la chiusura della trota a spinning per tutti noi.
Forse non tutti sanno che… la chiusura è di domenica!
Per questo sabato sera, dopo cena, non eravamo sul cubo alla discoteca “Maneggio” di Romagnano Sesia e neanche al bancone del bar dell’ “Igloo” di Vocca… bensì a casa al lago a preparare code di topo e scatolette di mosche!
Ci siamo svegliati con comodo, come si addice ai Pam (pescatori a mosca), categoria alla quale non ci sentiamo di appartenere un granché… da bravi sciuri de milan abbiam fatto “colazioncina”: kipfer, succhino, cappucino al bar Arianna di Miasino (top) e… Taaac, un giro di swatch (in mancanza del rolex) ed eravamo su in valle! Domenica ci si trattava bene: due ingressi per la mitologica Riserva delle Piode. Ottima occasione, lasciato lo spinning in baule, per far palestra di Fly Fishing.
Poco dopo provavo lo streamer: due strippate e sembrava quasi di aver preso il fondo, no, no, era una trota enoooorme, no beh… l’ho vista, era una marmorata molto bella sui 45/50 centimetri, scura e zebrata… all’utlimo si è slamata ad un metro da me. Perbaccolina!
Siamo risaliti un po’… ho seguito l’esempio di Francis e, approfittando della giornata e della pescosità di quelle acque, ho montato una secca da caccia per divertirmi a cercar bollate in acque veloce. Subito presi un paio di piccole fario e ibridi. A fine mattinata eravamo entrambi davanti ad una grande lama, molto profonda e rocciosa in testa e digradante dolcemente in ciottoli verso valle. Bollavano soprattutto in testa. Francis imprecava duro con i suoi stilosi cosciali vintage che lo relegavano a fondo lama… io mi inerpicavo sulle rocce, legavo un finale più lungo e una bella effimera beige di taglia generosa.
Dopo pranzo sotto la pioggia fitta eravamo sul fiume. Io mi ero appollaiato su un masso sopra una grande buca e preparavo un lungo finale per una pesante ninfa, Francis scappottava prepotententemente: prima con una fario over 40 e poi un paio d’altre trotelle.
La ninfa a correre nel bucone diede i suoi frutti e offrì lo show al pubblico sul ponte sovrastante: abboccatona, testate due metri sotto la superficie… speravo nel marmoratone ma un lungo bagliore argentato mi svelò la verità arcobaleno. La trotona filava a valle e io, non potendola contrastare, fui cotretto a salire sulle rocce, pesce in canna, saltare giù e, finalmente, portarla a tiro di guadino. Era una ciccio-iridea di taglia!
Era iniziata una festa, poco più a monte Francis incannava un’altra iridea massiccia… impiegò dei minuti a portarla a riva e fu costretto ad andare diversi metri a valle. Non avevo finito di sfotterlo per quel recupero eccessivo che uno di quei missili argentati alti una spanna mi piega in due la canna,
Alle cinque il tabellone del pomeriggio segnava numerose iridee-toro, “da aver male alle braccia”, qualche fario stupenda e anche una marmoratina last minute. Siccome eravamo solo moltissimo bagnati, ebbi la trovata di scivolare di schiena nel fiume, esibendomi nel celebre “lancio della canna”… per fortuna il fiume non era profondo, così canna e pescatore si sono rialzati in fretta.
Ci eravamo divertiti parecchio! Un po’ di amaro in bocca per aver chiuso in riserva anziché nel libero, ma la chiusura verace l’avevamo onorata il sabato con gli amici.
Per cena già a casa.
Mettendo via l’attrezzatura, pronta e affilata per il 2014, viene il magone… quando le userò di nuovo? Intanto la coda dell’occhio vede nei cassetti le scatole di artificiali da luccio, da siluro, le moschette da temolo… penso già a quali sfide affrontare quest’inverno con i fratelli Anonima. Insomma, non è finita… Il prossimo weekend da qualche parte andremo a pescare di certo! E’ il bello delle stagioni, nuove pescate ci attendono e che ogni stagione sia più rock della precedente. Amen.
Rock’n'Rod