Recensione
Il personaggio cui è affidato il compito di accompagnarci nel palazzo della “Perverse Angels” si guadagna da subito l’attenzione del lettore.
“Mi chiamo Frank Spiegelmann e sono un uomo un uomo orrendo. Sono alto un metro e quarantasei, ho qualche ciuffo rossiccio appiccicato al cranio e non esito a definirmi calvo; inoltre sono grasso, flaccido, col naso a patata e la bocca sottile”.
Non ci si lasci ingannare da questa voce, che definirei “fuori campo”, la storia sta tutta nella narrazione che questo originale regista costruisce intorno a due personaggi: un Claude e una Claude. Fratello e sorella, sullo stesso palcoscenico, quello del mondo del cinema porno: lui regista, lei attrice. In questo universo, come in un girone dantesco, lo stato di grazia o di disgrazia delle persone è indicato dalla collocazione in un piano piuttosto che in un altro. Ai piani bassi la manovalanza, un esercito di piccoli malviventi, prostitute, straniti personaggi in cerca di un’occasione; ai piani altri, attori e attrici, registi e i produttori, fino al grande capo.
La storia ruota intorno ad un film, prima ideato segretamente, poi girato e portato a compimento che, secondo Claude il regista supererebbe tutte le aspettative del migliore dei film porno.
La cosa interessante è che Ultimo piano si rivela non essere un romanzo erotico anche se l’autore usa lo sfondo, il linguaggio, gli eventi, le suggestioni tipiche dell’ambiente crudo ed esplicito del porno. Egli sviluppa una riflessione che si svolge tutta in un interno, un palazzo, una stanza, un set ma potrebbe essere l’interno di un’anima e le sue evoluzioni, i suoi traumi, le sue angosce.
Il protagonista maschile si dipana, a poco a poco, nei rapporti con la moglie, con la sorella e con i diversi personaggi che emergono sulla scena.
Ecco perché il romanzo è una lunga riflessione sulla potenza del desiderio, della bellezza, del pensiero, di una interiorità che, anche quando si scontra con le situazioni più dure e più squallide, può sempre scegliere di essere qualcosa di diverso, di migliore.
La scrittura di D’Isa è maturata, rispetto al libro d’esordio Anna . Storia di un palindromo; più definita, più salda, soprattutto in certe scene, mai volgari ma , di certo, abbastanza esplicite; la prosa è compiuta, rimane chiara sia nel lessico che nella sintassi. Lo stile non scivola mai, nessuna incertezza, nessuna sbavatura. Ecco perché, nel tessuto della storia, la citazione filosofica, musicale o artistica, si insinua naturalmente, senza disturbare, in modo opportuno e si lega alla descrizione di corpi nudi, al racconto di eventi insoliti, di nottate surreali.
Il finale rimane aperto e lascia il lettore a bocca asciutta, ma questa, mi pare di capire sia una scelta precisa dell’autore (così anche nel libro precedente); ci dobbiamo rassegnare e goderci serenamente lo spettacolo che mette in scena per noi.
Un libro convincente, piacevole da leggere, curioso per come pone i temi in gioco, con uno stile che, sospeso tra il surreale e l’ironico, ha trovato, a mia opinione, la sua giusta dimensione.
Giudizio:
+4stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Ultimo piano ( o porno totale)
- Autore: Francesco D'Isa
- Editore: Imprimatur
- Data di Pubblicazione: 2015
- ISBN-13: 978-88-6830-296-2
- Pagine: 230
- Formato - Prezzo: Brossura - Euro 16,00