Musica suonata come in apnea per questa lunga registrazione del trio toscano, pubblicata in cassetta (cento copie). Va premesso che gli esordi erano stati di tipo diverso: un paio di uscite (Pipes & Sugar e Sonic Birds) si muovevano in ambiti – diciamo – jazz-core, sempre molto astratti però. Ora il deciso cambio di rotta, che li porta verso una sorta di criptica e persino gassosa forma di psichedelia che, col passare dei minuti, diventa sempre più straniante e ritmica, quasi metronomica, sul punto di esplodere in minuscoli frammenti sonori (il finale, poi, è parecchio storto). Gli Umanzuki si muovono con coraggio su di un terreno scivoloso, figlio del recente recupero di storiche istanze psych, ma da un’ottica più misteriosa. Dalla loro hanno una rara scioltezza nel proporre la cosa senza sembrare derivativi, anzi: proprio a livello stilistico fanno quasi la figura degli innovatori (ma prendete con le molle certe mie considerazioni). Ecco, magari riletta fra qualche anno questa recensione potrà ancora far storcere il naso a qualcuno, ma mi piace pensare che Tropical Nature Of Tiaso possa tranquillamente mostrare il suo valore anche a distanza di molto tempo. Miei azzardi ed elucubrazioni a parte, date loro una chance, anche perché pubblicano il tutto una serie di etichette che conosciamo bene, e che sono sinonimo di qualità.
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