Umberto Boccioni e la riproduzione del movimento

Creato il 17 maggio 2013 da Artesplorando @artesplorando

Umberto Boccioni, tre donne

… Per quello che riguarda la nostra azione per un rinnovamento della coscienza plastica in Italia, il compito che ci siamo prefisso è quello di distruggere quattro secoli di tradizione italiana che hanno assopito ogni ricerca e ogni audacia, lasciandoci indietro sul progresso pittorico europeo. Vogliamo immettere nel vuoto che ne risulta tutti i germi di potenza che sono negli esempi dei primitivi, dei barbari d’ogni paese e nei rudimenti di nuovissima sensibilità che appaiono in tutte le manifestazioni antiartistiche della nostra epoca: café-chantant, grammofono, cinematografo, affiches luminose, architettura meccanica, grattacieli, dreadnoughts e transatlantici, vita notturna, vita delle pietre e dei cristalli, occultismo, magnetismo, velocità, automobili e aeroplani, ecc.
U. Boccioni, Fondamento plastico della scultura e pittura futuriste, 1913
Boccioni nasce a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, da genitori romagnoli della provincia di Forlì, trasferitisi in Calabria.

Umberto Boccioni, la città che sale

La famiglia si sposta in seguito a Padova nel 1888 e poi a Catania nel 1897, dove Boccioni consegue il Diploma in un Istituto Tecnico. E' nella città siciliana che il giovane Umberto inizia la collaborazione con alcuni giornali locali. Nel 1901 si trasferisce a Roma presso una zia e comincia a frequentare lo studio di un cartellonista. Risale a questo periodo il suo incontro con Severini, insieme al quale diventa discepolo di Giacomo Balla, dal quale entrambi si allontaneranno molto presto. E' dell'aprile 1906 il suo primo soggiorno a Parigi, seguito da quello in Russia dopo pochi mesi. Tornato in Italia si stabilisce a Padova e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Intraprende un altro viaggio verso la Russia ma si ferma a Monaco, in Germania. Al ritorno da questo soggiorno comincia a dipingere e a sperimentare i primi tentativi nel campo dell'incisione. La vita artistica italiana è ancora fortemente ancorata alle vecchie tradizioni provinciali. Per questo sceglie come meta Milano, unica città dinamica, dove conosce Romolo Romani e frequenta Previati, dal quale riceve una certa influenza simbolista.
Dopo la pubblicazione sul "Figaro" del primo manifesto futurista ad opera di Marinetti, Boccioni si avvicina al movimento avanguardista e nel 1910 scrive, con Carrà e Russolo, il "Manifesto dei pittori futuristi" e il "Manifesto tecnico della pittura futurista", firmati anche da Severini e Balla. Boccioni diventa il massimo e più rappresentativo esponente del movimento, sviluppando un linguaggio proprio e riconoscibile. Nel frattempo partecipa attivamente a tutte le iniziative, dalle lotte delle "Serate futuriste", organizzate nei teatri delle province italiane, alle mostre, da lui stesso allestite, nelle varie capitali europee, Parigi, Londra, Berlino, Bruxelles. Intanto scrive il "Manifesto della scultura futurista", le pagine principali della sua poetica, scolpisce e dipinge la serie delle opere dinamiche; dal 1913 collabora alla rivista "Lacerba", organizzata dal gruppo fiorentino capeggiato da Soffici.
Lo scarso interesse per la sua arte da parte del pubblico italiano, e anche l'ostilità di certi ambienti culturali futuristi, come quello fiorentino, lo spingono a rifugiarsi nell'appoggio della madre, figura fondamentale e amatissima.

Umberto Boccioni, dinamismo di un corpo umano

Con l'inizio del Primo Conflitto mondiale nasce l'adesione di certi intellettuali all'interventismo. Boccioni, e come lui molti altri pittori, si arruola nei ciclisti e parte per il fronte. Nel frattempo la sua arte si trasforma sull'onda delle nuove avanguardie europee. Collabora con la rivista "Avvenimenti" e si riavvicina al suo vecchio maestro Balla.
Il 17 agosto 1916 muore dopo una caduta da cavallo nella periferia di Verona. Boccioni modernizza lo stile pittorico utilizzando un linguaggio proprio, mentre partecipa attivamente a tutte le iniziative futuriste diventando il pittore più rappresentativo di questa corrente.
Allestisce, nelle varie capitali europee, Parigi, Londra, Berlino, Bruxelles, mostre dei pittori futuristi e scrive il "Manifesto della scultura futurista"(citato in cima al post), dove espone le sue teorie sulla simultaneità e sul dinamismo, già parzialmente espressa nel "Manifesto tecnico della pittura futurista".
Suggerisce l'impiego in una stessa opera di materiali diversi, come il legno, la carta, il vetro ed il metallo, cominciando ad incorporare frammenti di oggetti nei modelli in gesso delle sculture. Artista rivoluzionario,  pittore, scultore, scrittore.

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