Umberto Boccioni, Quaderni futuristi

Creato il 16 settembre 2011 da Marvigar4

Umberto Boccioni, Autoritratto (1908), Milano, Pinacoteca di Brera

Domenica 7 luglio 1907

Sempre più mi accorgo che il difetto organico dell’Arte Moderna è la mancanza di universalità o almeno così chiamo io quel senso di poesia che domina le opere antiche e che fa sì che il canto dell’artista si allarghi sempre con amorosa esaltazione su tutto il creato. L’enorme analisi che il nostro secolo ha fatto ci ha rinnovati creando degli specialisti. Ciò spiega la mancanza d’universalità dell’opera moderna. Credo occorra una mente immensa che abbia il coraggio e la forza di sintetizzare la sapienza moderna e creare la vera opera. In ultimo poi penso che le difficoltà non sono per noi maggiori di quelle che trovavano gli antichi. Ci vuole fede e ingegno il che vuol dire dare un calcio a tutto e tornare ad innalzarsi.

Osservando i disegni all’Accademia ho potuto convincermi come in ogni opera d’antico non mancassero mai gli elementi che formano il mondo! Ogni quadro ogni disegno quasi aveva la sua strofa per tutto. Lo sguardo del poeta pittore correva dal disegno amoroso di una piega alla profondità dell’occhio umano, alla grazia di un fanciullo, alla mollezza dell’erba alla maestà dei boschi dei cieli, degli orizzonti, dei mari, alla serena bontà degli animali e il tutto con colori e disegno amoroso veniva all’occhio di chi ammirava con la carezza di mille ricordi, di mille esistenze. Quella era vita, quello era verismo. Oggi invece.



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