Umberto D.

Creato il 29 aprile 2013 da Annanihil

locandina tedesca

L'affittacamere vuole che il signor Umberto estingua il suo debito. O paga tutta la somma o se ne va.
Il poveretto può pagarle una parte, per l'altra deve attendere la pensione.
La padrona non ne vuole sapere.
Forse in altre circostanze sarebbe stata più clemente, ma poiché ha intenzione di sposarsi e desidera a sua disposizione ogni stanza dell'appartamento, il ricatto "l'intera somma o fuori" non è altro che una scusa per sbarazzarsi dell'ospite indesiderato.
Se la padrona avesse rivelato subito i suoi intenti, il signor Umberto avrebbe potuto provvedere a un'altra sistemazione senza subire altre umiliazioni! Be', no, comunque non è così semplice trovare un altro alloggio dignitoso e a buon mercato dove gli consentano di tenere Flaik, il suo intelligentissimo cagnolino.
Le cose si mettono molto male, sembra non esserci posto nel mondo né per Flaik né per il signor Umberto.
Esasperato, l'uomo prende in braccio il suo cagnolino e pensa di gettarsi sotto un treno.
Flaik intuisce il pericolo, si agita, sfugge alla presa del padrone, salvando se stesso e il signor Umberto. 

Umberto si pente di quel gesto. Tra i tanti guai, si sente fortunato e felice di avere almeno la compagnia del suo cane. Giocando con Flaik si riconcilia con la vita.
Una storia tristissima, purtroppo ancora molto attuale.
Un pensionato che poteva vivere decorosamente, si ritrova solo e in crisi.
Moderna anche per la tematica animalista. Altro che volantini e spot contro l'abbandono dei cani! Qui abbiamo un intero capolavoro del cinema che invita al rispetto degli animali! Non c'è film più forte di questo nel rivelare la bellezza del rapporto tra uomo e cane.
Con "Umberto D." De Sica e Zavattini rischiano, sono più neorealisti che mai. Mettono a punto il "pedinamento zavattiano", seguono il protagonista per cogliere ogni piccolo grande problema del quotidiano.
Se già i film precedenti avevano faticato a trovare un seguito, con "Umberto D." gli incassi sono bassissimi, un vero disastro per i produttori Giuseppe Amato, Angelo Rizzoli e Vittorio De Sica! Meno male che, anche in questo caso, arrivano apprezzamenti dall'estero (nomination all'Oscar e a Cannes) che invitano gli italiani a riguardare con altri occhi il film.
Come vuole la tradizione del cinema neorealista, per interpretare il protagonista Umberto Domenico Ferrari, in breve Umberto D., venne scelto Carlo Battisti, un distinto professore universitario del tutto estraneo al mondo del cinema. Il nome Umberto fu un'idea di De Sica, un'occasione per rendere omaggio a suo padre Umberto De Sica.
Con "Umbero D." esordisce sul grande schermo Maria Pia Casilio (qui nel ruolo di una servetta). Non era un'attrice professionista, ma lo diventerà. Il suo faccino possiamo vederlo anche in altri film di De Sica. Ad esempio, in "Pane, Amore e Fantasia" è la nipote del prete in conflitto con Gina Lollobrigida per l'amore del carabiniere veneto. La Casilio ha lavorato anche con Totò e Alberto Sordi ("Un americano a Roma").


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