Umberto tozzi: in italia “cantante “estivo”, nel mondo “internazional-popolare”

Creato il 03 luglio 2014 da Musicstarsblog @MusicStarStaff

Umberto Tozzi (04/03/1952) ha avuto la buona sorte di sbocciare artisticamente in un periodo, fine anni ’70  e primi anni ’80, in Italia, benedetto dal benessere e dalla spensieratezza, cresceva la voglia di divertimento e i giovani (ma non solo loro) erano grandi consumatori di musica, che ascoltavano in discoteca o negli innumerevoli negozi di dischi dove andarsi a rifornire delle “hit” appena lanciate sul mercato.

E il cantante torinese è stato uno dei principali protagonisti proprio di quella irripetibile stagione, sbaragliando tutte le classifiche di vendita. Senza rischiare l’esagerazione, si può ben dire che la maggior parte dei suoi brani sono stati dei successi talmente noti che probabilmente la gente saprebbe canticchiarli ancora a memoria a distanza di tanto tempo, infatti si avvalevano, per lo più, di testi semplici, con immagini immediate e rime o assonanze che rimanevano subito in testa.

Si comincia con “Donna amante mia” (1976), che non si spinge oltre la bella canzone d’amore “all’italiana”, senza particolari salti innovativi e subito dopo Tozzi riesce a inanellare, uno dopo l’altro, i motivi che lo “consacrano” cantante da “record”, merito anche del sodalizio con il paroliere Giancarlo Bigazzi, “Ti amo” (1977), che rimane 7 mesi nella nostra classifica, nonostante la frase del titolo sia ripetuta più o meno 50 volte, più originale la trovata delle sillabe usate come suono “ti-amo-ti” e c’è anche una vena sensuale serpeggiante nel testo, non poco audace, segue “Tu” (1978), giocato su “uno schema melodico bipartito alternativamente tra voce solista e cori” (da “Hitparadeitalia.it”), incredibilmente, gran parte della critica musicale italiana lo classifica frettolosamente come un “fenomeno passeggero” e un cantante “estivo”, visto che pubblica i suoi album (che vanno a ruba) a ridosso dell’estate, non avrà mai un buon rapporto con i giornalisti; nel 1979 esce “Gloria”, arrangiata dal “mago della West Coast” Greg Mathieson, già collaboratore di John Lennon ed è il “colpo gobbo”, 29 milioni di copie vendute in tutto il mondo, la versione inglese di Laura Branigan al primo posto delle ”charts” americane e la “London Symphonic Orchestra” che ne fa una trasposizione sinfonica, è poi la volta di “Stella stai” (1980), singolo trascinante molto “pop rock” con un bell’arrangiamento, chitarre distorte e testo molto orecchiabile e “Notte rosa” (1981) con linee melodiche in “tonalità minore” e “new romantic” con sottofondo di archi. Nel 1987 c’è il trionfo sanremese in “Si può dare di più” in un mitico trio che vede il cantante al fianco di Enrico Ruggeri e Gianni Morandi. Negli anni ’90, inaugurati dalla clamorosa rottura con Bigazzi, Tozzi riparte dal cantautorato, scrivendo per sé e per altri artisti, per scelta non vuole appartenere né essere accostato a nessuna “scuola” e la solita critica ufficiale stavolta gli rimprovera la mancanza di temi politici e sociali, anche se esaminando la sua produzione complessiva, emerge tutt’altra realtà, invece, agli occhi della gente comune, rimarrà sempre e solo uno dei più grandi “cantori dei sentimenti”.

In tutto il mondo, compreso Estremo Oriente, ha venduto la ragguardevole cifra di 75milioni di copie, i suoi pezzi vantano molteplici versioni in lingue estere e presso la stampa di altri paesi gode della stima e considerazione tributate a una “star” di prestigio, non certo al solito cantantucolo “spaghetti-pop” di marca “made in Italy”. A riprova di questa sua “internazionalità” ci sono il concerto per celebrare i 30 anni di carriera, del 2006, rigorosamente “sold out” all’Olympia di Parigi, l’invito, nel 2011, del Principe Alberto di Monaco, a esibirsi al proprio matrimonio con Charlene e la decisione del regista Martin Scorsese di inserire “Gloria” nella colonna sonora del film “The Wolf of Wall Street” con Leonardo Di Caprio. Ma anche l’Italia che non lo ha dimenticato lo reclama a viva voce, l’occasione del grande ritorno potrebbe essere una sola: superospite al “festival” di Sanremo 2015.

by Fede


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