Umbria 6: Narni e dintorni

Creato il 07 ottobre 2015 da Enricobo2

Foligno - Chiesa di  S. Paolo Apostolo


Narni - La rocca 

Questo Egidio Albornoz Cardinale non fu certo architetto, ma committente, però, un po' come il Vauban in Francia o il Bertola dalle mie parti, ha lasciato in centro Italia una bella serie di edifici di valenza militare, tra Rocche e Fortezze, che ti ritrovi ad ogni piè sospinto. Sono ovviamente tutte in posizioni strategiche e quindi dominanti il territorio, fatto sta che se vuoi avere una vista spettacolare su una vasta area, cerca una delle sue fortezze e da lì te la godi. Narni (l'antica Narnia, chissà se nella saga fantasy si sono ispirati proprio a questo nome?) non fa eccezione e da qui, sotto i suoi imponenti e squadrati bastioni, puoi avere un bel punto di vista sulla Valle, prima di scendere in città ad ammirare le magnifiche porte e farti una lunga passeggiata per la lunga via centrale gustandoti le facciate che ti scorrono accanto. La città, non si sa perché, ha un'aria più antica e severa delle altre dei dintorni. Insomma non voglio più farvi perder tempo con le ripetizioni. Tutta da vedere. Prima di proseguire invece, mi corre l'obbligo di fare un cenno alla chiesa di S. Paolo Apostolo a Foligno, realizzata da Fuksas nel 2009 su un campo container dismesso del terremoto del 97. Siamo nella terra dove nei secoli, gli architetti hanno sfogato tutto il loro valore e la loro fantasia. Un susseguirsi di stili che si sono inseguiti nel tempo, dominando e servendosi al meglio dei materiali che la zona forniva, sovrapponendosi via via a quanto creato prima e lasciando una  mirabile visione d'insieme di quanto la mente umana riesce a produrre in questa arte, l'architettura, che non è come le altre espressioni artistiche fini a se stesse, ma mette il marchio del genio umano su un' opera fatta non per il piacere di farla, ma in quanto riveste una necessità, una utilità pratica. Probabilmente ogni tempo ha avuto lo stesso problema. 

Narni 

Gli artisti classici che ripetevano la falsariga del passato, l'Accademia insomma e gli innovatori che gettavano le basi di qualche cosa di nuovo, di inatteso, che sicuramente avrà stupito e disorientato i fruitori del tempo, non abituati alla novità, cosa che di certo avrà scatenato la discussione su cosa ci azzecca questa schifezza con le bellezze che ci circondano. Credo che questa dibattito, di certo mai pacato, ma dai toni vivaci, sia uno dei topoi classici  di ogni tempo e questa opera la riproponga se possibile ancora con maggiore forza. Si tratta di una sorta di grigio parallelepipedo di cemento armato dall'apparenza prossima al disfacimento, che ricorda alla lontana un silo per cereali privo di manutenzione, contenente all'interno un secondo parallelepipedo sospeso da terra, con la luce che arriva dall'altro attraverso aperture irregolari delle pareti o dal basso, una linea di vetrata appena distinguibile da lontano, intenzionalmente quasi nascosta e minimalista, a cui si accede attraverso una lunga e nuda spianata, un sagrato sempre di grigio cemento in leggera salita. L'interno è completamente spoglio e vi spiccano solo, come opere artistiche, le stazioni della via Crucis alle pareti, di Paladino e, a stridente contrasto con le loro dorature, alcune statue lignee antiche con il tabernacolo ed il crocifisso. Il primo impatto, almeno per me, è ovviamente di totale sconcerto. Quale è la giustificazione di glorificare la bruttezza esteriore totale e disarmante, se non quella di voler sottolineare l'idea di una religione e soprattutto di una chiesa che, per andare avanti, deve spogliarsi di ogni esteriorità per sottolineare l'unico valore dell'interiore e del sentito? Forse deve essere questa la chiave di lettura. 

Foligno Interno della chiesa di S. Paolo Apostolo

Per carità ci sono di certo già state le lezioni di Le Courbusier, ma devo dirvi la verità che io non sono ancora pronto per questo e mantengo una ignorante posizione di totale perplessità, crogiolandomi nella speranza che sia la stessa che provavano i contemporanei di Giotto al vedere le sue strane figure apparentemente così goffe e tridimensionali se paragonate agli splendori delle superfici luccicanti e ricoperte di oro di Simone Martini e dei Lorenzetti. Per fortuna che io ci capisco poco di queste cose, sono un contadino prestato alla chiacchiera e che pretende di voler dire la sua su tutto, quindi mi perdonerete senza bastonarmi. Ma voglio ancora condurvi lungo questa via Flaminia, che mirabilmente fa da fil rouge in questa regione, per arrivare ad un sito poco visitato e che invece a mio parere merita una sosta. A pochi chilometri infatti troverete, disperse in una ampia campagna, i resti di Carsulae, una vastissima area archeologica di una notevole città, proprio a cavallo di questa via romana e cresciuta di importanza grazie a questa. Gli edifici rimasti sono abbastanza imponenti e dà emozione ripercorrere lentamente, quasi in totale solitudine queste antiche pietre. Intorno soltanto la pace dei prati e delle colline digradanti all'orizzonte. Sembra di ascoltare il passo delle calighe dell'esercito della legione che marciava verso la Gallia o il rombo lontano degli zoccoli barbari nella sua decadenza, di certo non dovuta alle invasioni, ma alla crisi commerciale avvenuta per la perdita di importanza di questo ramo della Flaminia. Invece è solo un gruppo di tedeschi che è calato da un pullman e sciama festoso tra le terme e il foro masticando panini alla porchetta. Alla fine è sempre una questione economica.

La via Flaminia a Carsulae


SURVIVAL KIT

Paladino - La stazione VIII della Via Crucis

Narni - Dopo aver fatto una sosta panoramica alla Rocca, parcheggiate in fondo al paese in alto, arrivando dalla porta della città, poi proseguite lungo la via centrale arrivando alla fine al Duomo e a Porta Romana. Nel centro Palazzo dei Priori e palazzo del Podestà e un paio di belle chiese. Non dimenticate il Museo Eroli con Benozzo Gozzoli e Ghirlandaio.
Foligno - Io ci farei comunque un salto per poter dire la vostra sull'opera di una archistar famosa, questa chiesa di San Paolo Apostolo apparentemente fatta apposta per far discutere. Aggiungo per mera cattiveria che presso alcuni siti è censita tra gli edifici più brutti del mondo.
Carsulae - ingresso 5 €. Poco visitato a dispetto dell'enorme parcheggio che vi obbligherà ad una bella camminata nel verde per raggiungere l'assolata area archeologica. Aggiratevi lungo la massicciata della Flaminia ancora molto ben presente con le incavature delle ruote dei carri (a doppia corsia) tra il Foro, le Terme, il Teatro, la Basilica, l'Anfiteatro, la Cisterna e l'imponente Arco di S. Damiano. Sicuramente non ci saranno molti visitatori. Approfittatene per godere di una atmosfera assolutamente unica e coinvolgente.

Carsulae - Un ambiente dell'anfiteatro


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