Umbria – verso la strage dei sindaci?

Creato il 02 marzo 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

di Ciuenlai

L’analisi, come certe tempeste, è perfetta. “Il Pd in Umbria e a Perugia ha tenuto”. Infatti ha perso solo il 15%. C’è tempo per la sua completa estinzione. Con il 30% in tasca, può reggere altre due “tenute” di questa portata. Ma questa è solo la prima parte delle riflessioni a caldo dei dirigenti democratici. La parte migliore. Perché la seconda è anche peggio. La colpa di tutto è di Bersani e della direzione che “dovevano essere più radicali”. Sul voto non ci sono responsabilità dei vari “conservatorismi locali”. Nessuna autocritica. Non c’entra niente un metodo di governare fatto di paratie stagne tra i vari enti, considerati quasi come una cosa personale, in un momento nel quale occorrerebbe mettere in campo sinergie comuni e non divisioni. Non c’entra niente un sistema di gestione articolato in una serie di “principati locali”, ognuno dei quali con la propria provincetta (prima le Comunità Montane adesso le Unioni dei Comuni), con il proprio ospedaluccio e con le proprie aziendine pubbliche di servizio. E a proposito di aziende pubbliche, non c’entra niente il fatto che le società principali (Umbria Tpl, Gesenu e Vus) siano piene di debiti con qualche rischio di chiusura. E non c’entra niente aver ridotto Perugia ad “una città che non si riconosce”. E, ancora, non c’entra niente il fatto che come nelle migliori tradizioni del meridione democristiano, si siano spesi milioni per “cattedrali nel deserto” come l’aeroporto di Foligno o finanziato opere quasi inutili come il raddoppio della statale 77 a scapito delle vere priorità di questa regione. E infine, non c’entra niente un atteggiamento di una classe dirigente, che non vuol sentirsi chiamare “casta”, ma che, circondata dalle proprie corti, si è richiusa nel “fortino dei palazzi” dove, all’occhio della gente, sembra più intenta ad occuparsi di organigrammi, nomine e spartizioni, che di amministrazione pubblica. Tutte cose, direte, che succedono da tempo, ma che non avevano determinato una così cospicua diminuzione dei consensi. Perché fino ad oggi il centrosinistra umbro non aveva avversari. Anche quando ha ceduto qualche comune, come ha sempre giustamente detto Alberto Stramaccioni, non era perché aveva vinto la destra, ma perché aveva perso la sinistra. Ma ora, se non ve ne siete ancora accorti, c’è un vero “nemico alle porte”. Un nemico che come nel film, in una Stalingrado politica, si prepara a mettere in campo decine di implacabili cecchini a 5 stelle. Tanti Vasiliy Zaitcev pronti a realizzare, tra un anno, “la strage dei sindaci”. Se il centrosinistra vuole evitarla, deve impiegare il pochissimo tempo a disposizione, per cambiare il suo modo di essere, eliminando il suo “conservatorismo “ e introducendo a livello locale quel “radicalismo” che reclama a livello nazionale. Ma è difficile che ne sia capace.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :