Purtroppo non è la prima retromarcia, per quanto riguarda i farmaci. Già cedette sulla possibilità di vendere da parte delle parafarmacie tutti i farmaci della cosiddetta fascia C, a carico totale del cittadino ed ora ha ceduto sull’obbligo da parte del medico di indicare sulla ricetta solo il principio attivo del farmaco che serve al paziente e non anche il nome commerciale del prodotto.
Mi sarebbe piaciuta che la norma fosse rimasta per vari motivi, il primo dei quali non è solo perché si risparmia, ma soprattutto perché il medico saprebbe che cosa sta prescrivendo. Spesso il principio attivo viene dimenticato dagli stessi operatori sanitari, abituati a parlare in termini di prodotti commerciali per cui a volte, non sono neppure a conoscenza della esatta composizione del prodotto che stanno prescrivendo.
Se il mio medico volesse prescrivermi un antibiotico sarei felice se mi dicesse come si chiama veramente il principio attivo anche se è una parola difficile, e sarei ancora più felice sapere che non sto prendendo un prodotto perché un rappresentante ne la lasciato un campione sul tavolo del medico, pochi minuti prima.
Era una norma che avrebbe obbligato molti medici abitudinari a rispolverare le loro vecchie conoscenze in farmacologia e aggiornarle, non solo ascoltando i rappresentanti, ma imparando a memoria i nomi dei principi attivi (e non è un’impresa titanica). Era una bella sfida e soprattutto un invito allo studio e all’aggiornamento. Peccato che sia venuto a mancare.