Il tossicologo Dottor Leo Schep, del Centro Nazionale Veleni dell'Università di Otago, in Nuova Zelanda, crede di aver scoperto il segreto della morte di Alessandro Magno. Secondo il Dottor Schep, il grande comandante macedone è stato avvelenato da una pianta che è stata trasformata in bevanda e trasfusa nel vino.
Nel 2003 il Dottor Schep ha condotto una ricerca, per conto della BBC, sulla morte di Alessandro Magno, non aspettandosi di aggiungere molto a quello che già si sapeva. Per anni gli studiosi sono stati divisi sulla natura della morte del grande macedone. Alcuni sostengono che sia morto per cause naturali, altri affermano, al contrario, che sia stato avvelenato da uno o più dei suoi stretti collaboratori durante la celebrazione di un banchetto.
Alessandro Magno morì nel 323 a.C., dopo aver costruito uno dei più grandi imperi mai esistiti. La sua agonia durò ben 12 giorni, durante i quali egli fu comunque in grado di camminare e parlare. Gli scienziati che sostengono che la morte potesse essere stata causata da avvelenamento, mettono sotto accusa l'aconito, la cicuta, il crocus, l'assenzio o il giusquiamo pur riconoscendo che tutte queste piante velenose non avrebbero provocato una morte tanto lenta.
Il Dottor Schep, in collaborazione con il Dottor Pat Wheatley, esperto in classici presso la Otago University, ha pubblicato su una rivista le conclusioni della sua ricerca: Alessandro Magno sarebbe stato avvelenato dal Veratrum album, l'elleboro bianco, utilizzato comunemente per provocare il vomito, la pianta sarebbe stata in grado di provocare una lenta agonia, quale quella sopportata da Alessandro Magno. La teoria del Dottor Schep è che la pianta sia stata fatta fermentare nel vino e servita ad Alessandro durante il banchetto. Oppure potrebbe essere stata mescolata con il vino per mascherarne il gusto amaro. Probabilmente Alessandro era così ubriaco da non notare la differenza.