3 MAGGIO – Secondo il parere di molti la stagione più difficile non è mai quella del ritorno in serie A, bensì quella successiva dove si è solitamente chiamati a consolidare quanto di buono fatto l’anno precedente. Una conclusione che se al primo impatto appare azzardata, si dimostra alla fine, invece, quanto mai veritiera. La spiegazione, semplice ma non certo banale, risiede nel fatto che solitamente una neopromossa, se adeguatamente costruita per affrontare la massima serie, forte della spinta adrenalinica derivante dalla promozione appena raggiunta, riesce spesso e volentieri ad inserirsi nel gruppetto delle squadre rivelazione del torneo. Per carità, c’è anche chi, una volta promosso, vuoi per l’organico poco competitivo, vuoi per una serie di altre molteplici ragioni, vede svanire fin da subito il sogno, tuttavia, la storia del campionato italiano insegna proprio così. Da questo piacevole destino non si è sottratta nemmeno la squadra di Mandorlini che l’anno scorso, dopo una promozione conquistata sul filo di lana, è andata oltre ogni più rosea aspettativa, sfiorando addirittura l’accesso all’Europa League.
Realtà cosiddette “provinciali” come Verona, però, non devono mai dimenticare l’attenzione per il bilancio, che porta inesorabilmente a scelte quasi sempre dolorose ma necessarie. Diventa quindi più facile comprendere le cessioni di Jorginho e Iturbe, rispettivamente a Napoli e Roma, piuttosto che la mancata conferma di Marquinho, “vittima” del dolce profumo dei petrodollari sauditi. Ma tutto questo poco importa ai tifosi, i quali rimangono sempre e comunque dei simpatici “incontentabili”. Le cessioni di cui si è detto, però, non sono state le sole, tanto che ai nastri di partenza Mandorlini si è ritrovato tra le mani un organico letteralmente rivoluzionato in ogni sua parte, tanto da contare ben 17 nuovi elementi. Davanti a questi numeri è facile immaginare quanto si presentasse arduo, per il tecnico ravennate, il compito di portare a casa un’altra salvezza. Diversamente da quella passata, la stagione che si avvia al termine è stata sicuramente meno entusiasmante, caratterizzata da qualche passaggio a vuoto di troppo. L’allenatore gialloblù ha dovuto fare i conti anche con una lunga ed inaspettata sequenza di infortuni che lo hanno privato dei suoi uomini migliori e lo hanno obbligato, in più di un’occasione, addirittura a sconfessare il suo modulo preferito per “virare” su soluzioni alternative, legate alle caratteristiche dei singoli più che alle sue reali idee tattiche. Il mercato di gennaio, da sempre ancora di salvezza a cui aggrapparsi per rimediare agli errori estivi, non è stato, poi, di grande aiuto, tanto che Mandorlini si è dovuto arrangiare con quel che ha passato il convento. Nonostante questo, però, il mister non si è mai perso d’animo, consapevole delle qualità dei giocatori a sua disposizione, ma soprattutto convinto che i conti vanno sempre fatti alla fine. Il cammino di questi lunghi mesi è stato anche caratterizzato da qualche critica di troppo, che in alcuni casi è arrivata addirittura a chiedere la testa di Mandorlini, quasi a voler vedere nell’esonero anticipato del tecnico, la panacea di tutti i mali. E in mezzo ai soliti contestatori “patentati” non sono mancati gli abituali “gufi” , pronti a “candidare” i gialloblù tra quelli destinati a ritornare nell’inferno della cadetteria. In barba a tutto e a tutti, l’allenatore gialloblù, invece, è andato spedito per la sua strada dimostrando, alla fine, di aver ancora una volta la ragione dalla sua parte. Ecco perché il raggiungimento della quota “quaranta” a cinque giornate dal termine rappresenta un altro grande risultato.
Ora, raggiunto l’obiettivo, al di là dei vari discorsi più o meno scontati, arriva il momento di sedersi attorno ad un tavolo ed iniziare a pensare al prossimo anno. Tre sono i principali nodi da sciogliere ovvero il rinnovo dei contratti di Mandorlini, Sogliano e Gardini. L’ambizioso direttore sportivo, “accerchiato” dalle sirene rossonere non si è per ora “sbottonato” più di tanto mentre Mandorlini, perdutamente innamorato della realtà veronese, non ha mai fatto segreto di voler rimanere in riva all’Adige. Diverso, invece, è il discorso per Giovanni Gardini, dove il rinnovo, visto l’impronta dirigenziale intrapresa dalla società di Via Belgio, appare quasi una formalità. A sentire la tifoseria l’allenatore rimane un punto fermo, tuttavia bisognerà prima capire le intenzioni di Maurizio Setti perché un conto è l’amore incondizionato dei tifosi, altro conto invece sono le esigenze societarie. In attesa, comunque, di sciogliere tutti i dubbi, rendiamo giusto merito alla squadra e al suo tecnico, perche sono loro i veri ed indiscussi protagonisti di un altro piccolo miracolo gialloblù…
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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