Un altro starà aspettando – Mark Strand

Da Met Sambiase @metsambiase

Night Windows di E. Hopper

Mark Strand è scomparso (eufemismo collaudato per “salutare” qualcuno, si fa sempre fatica a rapportarsi con la morte).
Aveva vinto il Pulitzer nel 1999 ma i premi non sono di per se sinonimo di memoria perenne. Lo definivano il poeta della malinconia, della disillusione; le sue poesie sono state antologizzate da Mondadori, nel 2011. L’ultimo libro edito è di questa primavera, Quasi invisibile, tradotto da Almost Invisible (2012). Ricordiamo anche che Mark Strand aveva scritto nel 1994 una monografia sul pittore Edward Hopper, grande autore della figurazione americana a cavallo fra le due guerre. Nella sinossi del libro, si legge che Strand ha in comune con il pittore un “terreno mentale e affettivo assai simile”. O forse Strand, figlio di una pittrice, studente d’arte in gioventù e pittore egli stesso, voleva presentare al pubblico una poesia “visiva” chiusa in un’altra arte (così come noi pensiamo che questa o quella musica ci assomigli e ne vogliano parlare a tutti come estensione di noi stessi) . La monografia come un dono, dal poeta al pittore, dalla poesia all’arte visiva. “Quando ho deciso di scrivere dei dipinti di Hopper – scrive Strand –  non avevo solo l’intenzione di esporre il mio pensiero ma anche di rettificare quelle che percepivo come interpretazioni erronee avanzate da altri critici della sua pittura.. Il mio approccio è essenzialmente estetico. Sono più interessato alla presenza di strategie pittoriche che non alla presenza di aspetti sociali. Io chiedo che i dipinti di Hopper trascendano l’apparenza dell’hic et nunc e collochino chi li osserva in uno spazio virtuale, in cui predominano l’influsso e la sovrabbondanza del sentimento”. Oltre la coincidenza dell’apparenza. Come nelle sue poesie.

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da Almost Invisible
(Quasi invisibile)
Anywhere Could Be Somewhere…
I might have come from the high country, or maybe the low country, I don’t recall which. I might have come from the city, but what city in what country is beyond me. I might have come from the outskirts of a city from which other have come or maybe a city from which only I have come. Who’s to know? Who’s to decide if it rained or the sun was out? Who’s to remember? Thay say things are happening at the border, but nobody knows which border. They talk of a hotel there, where it doesn’t matter if you forgot your suitcase, another will be waiting, big enough, and just for you.

***

Potrei arrivare dalla montagna o forse dal paese,  non ricordo quale. Potrei arrivare dalla città, ma da quale città da quale paese mi è impossibile da sapere. Potrei arrivare dalle periferie di una città dalla quale altri sono arrivati o forse da una città da cui io solo posso arrivare. Chi può saperlo? Chi decide se piove o se viene fuori il sole? Chi lo ricorda? Si dice che le cose stanno accadendo al confine, ma nessuno sa quale esso sia. Si parla di un hotel qui, dove non importa se tu dimentichi la tua valigia, un altro starà aspettando, grande abbastanza e solo per te.

(traduzione S. Sambiase)


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