Un’amara scoperta: il caffè in Vietnam si beve così

Creato il 09 aprile 2014 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Forse in pochi sanno che il centro-sud America e l’Africa non sono le uniche zone al mondo in cui le piante di caffè hanno trovato terreno fertile per le loro radici. Il Vietnam, per esempio, è il secondo esportatore mondiale, preceduto solo dal Brasile, ed il suo popolo è un grande amante di questa bevanda.

Il primo caffè vietnamita che ho bevuto è stato a Ho Chi Minh City – o Saigon se preferite – ed è stato amore a prima vista. Non avevo alcuna aspettativa in proposito, visto che le mie conoscenze sul Paese lasciavano al quanto a desiderare… e forse è stato meglio così. In genere preferisco scoprire da solo ciò che un luogo ha da offrire, a volte rischiando di mancare qualcosa, certo, ma il gusto della scoperta ha tutto un altro sapore.

Le zone migliori in cui gustare una tazza di caffè sono dal delta del Mekong, all’estremo sud, fin su al centro del Vietnam, dove si concentrano le colorate piantagioni, precisamente sugli altopiani intorno alle cittadine di Buôn Ma Thuộ e Dalat.

Ma cos’ha di speciale questo caffè?

Premetto che sono un amante sincero di Sua eccellenza l’Espresso italiano, quello con la cremina in piedi al bancone, per intenderci. Per questo, quando siamo in viaggio – noi caffeinomani – dobbiamo adattarci ai soliti beveroni di “acqua sporca” all’americana o ai caffè istantanei, anche se la diffusione delle catene tipo Costa e Starbucks stanno mettendo una toppa al problema.

Accompagnato sempre da un bicchiere di gustoso tè freddo dal sapore leggero, vedrete arrivare al tavolo una tazza coperta da un disco e un cilindro di metallo per contenere e filtrare la preziosa polvere nera macinata grossolanamente. Con il tempo necessario, goccia a goccia, la forza di gravità farà il resto. Prendetevi questi dici minuti per contemplare ciò che sta succedendo, e non abbiate fretta: l’attesa è sempre la parte migliore!

Il sapore può risultare molto forte a chi non è abituato, ma potete rimediare immergendo un cubetto di ghiaccio oppure aggiungendo del latte, che da queste parti troverete solo condensato. Non spaventatevi, anzi, è il mix che preferisco in assoluto: oltre ad addolcirsi un po’ sarà ancora più consistente e denso.

I locali metodi di tostatura, alcuni dei quali prevedono l’utilizzo del burro, esaltano le note di cacao e mandorle, assuefacendo il palato. La gente locale ama passare molto tempo nei molti suggestivi café delle città, costruiti tra alberi e rilassanti corsi d’acqua, giocando agli scacchi cinesi o chiaccherando prima di andare a lavoro.

In città potrete trovare caffetterie specializzate nelle diverse varietà di caffè, tra cui anche quella più ricercata e costosa al mondo del Kopi Luwak (weasel coffee), che può costare anche 3000 dollari al chilogrammo. I chicchi di caffè sono ingeriti e parzialmente digeriti dalle donnole, i cui enzimi intestinali sono in grado di eliminare solo le note amare del caffè, lasciando intatte quelle dolci. Troverete questa varietà ad appena 30-40 euro al chilo qua, mentre una tazza la pagherete circa 4 euro.

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Nato a Milano nel 1987, mi sono trasferito sul’isola d’Elba per gestire un hotel con la mia famiglia. La prima esperienza di viaggio è stato l’Erasmus in Spagna durante gli studi in Sociologia. Da lì è seguita una lunga serie di viaggi spinto dalla pura e semplice curiosità e dall’amore per la scoperta.

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