Sono passati tanti mesi dall'ultimo post, ma è vero che il mio blog, anche nel suo silenzio, parla comunque di me.
E di me dice che sono incostante, pigra, e anche un pelino fancazzista.
Ma tant'è.
Prendere o lasciare.
Io mi prendo, ormai non posso fare a meno di me.
Cos'ho fatto in questi mesi?
Tanto e nulla.
Qualcuno ricorderà che a novembre ho cambiato casa e sono capitata nella cosiddetta "malefic house", casa tanto sfigata e porta sfiga che dopo qualche mese ci ha spinto ad abbandonarla.
Siamo pertanto in fase di trasloco.
Due traslochi in pochi mesi possono alterare l'equilibrio psichico di chiunque.
Il mio era già alterato; adesso ho fatto filotto.
Nella malefic house non ho potuto continuare i miei esperimenti con il filo di rame e la lamina.
Vicini di casa troppo delicati d'orecchie (le loro, perchè le mie hanno sopportato di tutto, ma questa è un'altra storia).
Quindi mi sono dedicata a qualcosa di estremamente bucolico e assolutamente silenzioso: i fiori di organza e tulle.
Partiamo dal presupposto che non sapevo cucire.
Beh, se è per questo non lo so fare nemmeno adesso, dopo tanti fiori.
Ma almeno sono migliorata, anche nell'infilatura del filo nell'ago, che non è roba da tutti!!!
Mi sono divertita a bruciarli, anche in modo molto evidente.
Su Facebook mi hanno contattata immediatamente, facendomi notare, con molto tatto, che i fiori d'organza non vanno bruciati così.
Non sapevo se essere contenta o irritata.
L'effetto che volevo ottenere era (ed è) quello del fiore che esce dal baule della nonna, vecchio, liso, rovinato, testimone muto di anni irrimediabilmente perduti.
Decisamente shabby, allegramente e desolatamente chic.
Non mi sono persa d'animo e ho continuato a farli così, secondo la mia personalissima visione di genio incompreso.
Ho creato dei fiori giganti, che potessero essere montati come collana, come spilla o come fermaglio per capelli.
Presa dall'entusiasmo ho fatto incetta di tulle, organza, georgette, nastri, decorazioni.
Adesso ho un armadio in più da traslocare.