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Un amore di giraffa – storia di come un Safari ti cambia la vita

Da Acomealice @Acomealice

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Questa è una storia di viaggio, di amici e di Africa. Questa è una storia di animali, di colori e di emozioni. Ma è soprattutto una storia d’Amore. Di quell’Amore che non ha forma, dimensioni, regole. Di quell’Amore che non ha confini e logica, ma che si fonda su quell’istante preciso in cui gli occhi si incontrano e si perdono gli uni negli altri. So bene di cosa parlo… A me è successo a novembre quando mi sono innamorata di una giraffa.
Mi sono avventurata nel mio primo Safari fotografico in Kenya, nei parchi dello Tsavo Est e Tsavo Ovest, in compagnia di uno splendido e divertentissimo campionario di compagni di jeep, con i quali è stato amore a prima risata.
Nel mio immaginario, il Safari era sempre rientrato nell’elenco dei viaggi più emozionanti che prima o poi avrei voluto intraprendere, ma nella realtà… le sensazioni che ho provato, condiviso e che conservo gelosamente vanno ben oltre la più fervida immaginazione.

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Zebre, elefanti, leoni, leonesse, dik dik, ippopotami, coccodrilli, caimani, avvoltoi, giraffe, scimmie, ghepardi, iene, babbuini, bufali e sciacalli sono gli abitanti della Savana e non si scompongono minimante al tuo passaggio, purché rispettoso, perché sanno di essere nella loro dimora e che non devono temere questi strani “animali” color verde scuro, di forma rettangolare, che si muovono su ruote e non su zampe.

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Per qualche giorno tu sei loro ospite e ti è concesso di godere con tutti i sensi di quelle immagini, di quei colori, di quelle luci che solo la perfezione della Natura e dell’Universo può avere un giorno concepito, la perfezione dell’essenza stessa della Vita che fluttua spontaneamente dinnanzi ai tuoi occhi in uno spettacolo di forme, tinte e movimenti che ti travolge.
Tutto ti parla, se hai voglia di ascoltare. E di ascoltarti… Ma c’è sempre uno sguardo che ti cattura più degli altri. C’è sempre un colpo di fulmine che ti strazia il cuore. C’è sempre un amore che nasce ed al quale sei costretta a rinunciare. A me è successo con Lei… la Mia giraffa.
Eravamo fermi con la jeep a fotografare un gruppetto di zebre un po’ più distanti, quando mi sono voltata un attimo e lei era lì, che spuntava dall’albero con tutto il collo e la testa rivolta verso di me.
Mi guardava! Mi ha guardato, io ne sono sicura! Ci siamo guardate fisse per qualche istante e giurerei che mi ha anche fatto l’occhiolino!…
Aveva uno sguardo dolce, sereno, di una tenerezza che riuscirebbe a toccare l’anima anche del più impunito cuore di pietra, uno sguardo cristallino ed inconsapevole della propria bellezza, della propria perfezione, uno sguardo che sembrava sorridermi. E così io le ho sorriso… e le ho detto che era bellissima; con tutta calma le ho scattato una foto e l’ho salutata, sapendo dentro di me che non l’avrei mai più dimenticata.

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Ed infatti, mi accade sovente di pensare a lei… e di chiedermi se anche lei pensa a me o mi ha già tradita con un’altra malata d’Africa che riesce a cogliere la perfezione dell’Amore in uno sguardo. Chissà…
Di questo viaggio, oltre alla naturalezza dei sentimenti, rimangono fotografie preziose al cuore, immagini stampate nelle pupille, ricordi impressi nell’anima, la consapevolezza di quanto un luogo che ci lega possa essere benefico, i residui della terra rossa dello Tsavo nelle cuciture delle scarpe da ginnastica che non ho ancora avuto il coraggio di lavare… e la voglia di ritornare.

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