Un amore troppo grande e troppo prezioso. – Recensione de Il grande Gatsby di Patrizia Calcagno

Creato il 10 settembre 2014 da Wsf

Il film, nonostante aspettative smorzate da tiepidi commenti riguardo a scene non particolarmente entusiasmanti, è riuscito, a mio avviso, ad emergere battendo acerbe conclusioni sulla sua riuscita. La trama, sostenuta da effetti speciali non invasivi e piacevoli (p.es. i fiocchi di neve iniziali o le lettere evanescenti sullo schermo), impreziosita da sfarzi e scintillii ed inebriata da calici colmi di champagne, si lascia scardinare leggiadramente su parole profonde della voce narrante. Probabilmente non è un caso che le scene, ben contornate da dettagli minuziosi nei momenti opportuni, siano state costruite non altrimenti per dare valore e peso alle frasi che accompagnavano le azioni dei protagonisti. Sebbene il film non abbia richiesto attenzione profonda nella comprensione, ha saputo regalare qualche ora di evasione “riflessiva” su quanto le persone possano dedicare una vita intera ad una persona e quanto, d’altra parte, non sia minimamente compreso e magari sminuito, senza alcun rispetto nei confronti dell’altro. Il desiderio tanto covato da parte di Gatsby di appartenere alla donna tanto sognata, immaginata, “programmata”, amata man mano si è tramutato in ossessione che, nonostante la sua consapevolezza, ha finito per dirottare la sua vita, il suo destino in una strada senza via d’uscita, con una luce verde sempre accesa che ha depistato ed accresciuto false speranze. Un amore troppo grande e troppo prezioso da poter essere accettato da Daisy, donna “noncurante” che, dopo anni d’attesa e rispetto da parte di chi l’aveva ritenuta promessa sposa, non è stata capace di prendere una decisione, a remare finalmente più in avanti per recuperare tempi, momenti, vicende perdute e viverle insieme, da quel momento in poi per sempre. Gatsby ” l’aveva sognata in tutto il suo svolgimento e aspettata a denti stretti, per così dire, arrivando ad un livello inconcepibile d’intensità” e Daisy, donna capricciosa e superficiale, non è riuscita ad afferrare per mano la verità e portarsela nella grande villa con l’uomo che l’avrebbe illuminata in ogni singolo giorno. La bravura e la maestrìa degli attori, l’ abbigliamento, l’ allestimento dei luoghi esterni ed interni, gli effetti speciali si sono perfettamente concatenati a colonne sonore abbastanza recenti, riadattate al periodo storico senza nessuna piega; classica ciliegina sulla torta capace di dare un gusto in più alla visione. Il finale non scontato è il punto forte di tutta la trama, capace di lasciare dell’amaro in bocca e, allo stesso tempo, di evocare suggestioni che di certo non risparmieranno commenti, primo tra tutti riguardo all’ultima frase con cui si concluderà il film: “Credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C’è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia … Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato. “

di Patrizia Calcagno