Un anno a impatto quasi zero

Creato il 27 luglio 2011 da Rossellagrenci

27 luglio 2011 admin Libri, Riciclo, Sapienza antica, Società

L’esperienza della famiglia Beavan, raccolta anche in un libro e un DVD è durata dodici mesi in cui, gradualmente, hanno diminuito rifiuti e detersivi, non hanno preso gli ascensori (nonostante abitassero al 9° piano), hanno abolito il cibo confezionato e aria condizionata, hanno abolito l’uso della macchina, e hanno utilizzato pannolini di cotone per la figlia. Anche il cane ha dovuto adattarsi ai cambiamenti.
Cosa hanno fatto ancora?

Il bicarbonato al posto del dentifricio, la spesa solo al mercato rionale di Union Square per acquisti prodotti entro le 250 miglia, Colin in bici mentre la moglie raggiunge l’ufficio in monopattino, gli scarti del cibo finiscono dentro una cassetta di legno dove dei vermi li trasformano in compost che portano poi in appositi bidoni di un’associazione che lo utilizza come fertilizzante. Per non parlare di alcuni aspetti dell’iniziativa che appaiono un po’ eccentrici (come l’abolizione della carta igienica). Finito l’anno “no impact”, alcune di queste rinunce non sono rimaste in piedi, come quella della lavatrice, ma il senso dell’iniziativa è stato nel capire che vivere a impatto zero non è possibile, ridurre l’impatto è non solo possibile ma estremamente necessario.

“Se la mia vita genera sprechi, cosa significa? Uno spreco di risorse è indice di una vita sprecata?”

Colin Beaven


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