La sua orbita è stata determinata grazie a 290 osservazioni ottiche e a 13 misurazioni radar ma, nonostante questo, rimangono ancora delle piccole incertezze. Oltre alla gravità, infatti, il suo percorso è influenzato anche dall'effetto Yarkovsky; dato il loro moto rotatorio, i piccoli oggetti del Sistema Solare emettono da un lato la radiazione che ricevono dal sole nel lato opposto, e questo può determinare dei piccoli ma significativi disturbi alle loro orbite.Lo studio fornisce anche lo spettro dei possibili scenari tenendo conto dell'effetto Yarkovsky: fino al 2060, la divergenza dalle orbite di impatto è moderata; tra il 2060 ed il 2080 aumenta di 4 volte, dal momento che l'asteroide si avvicinerà alla Terra; dopo il 2080, aumenterà ancora lievemente fino al nuovo avvicinamento nel 2162, per poi diminuire fino al 2182, anno più probabile per una collisione."La conseguenza di questa complessa dinamica non sta solo nel calcolo della probabilità di un impatto relativamente grande, ma anche nel fatto che una procedura realistica di deviazione dell'asteroide potrebbe essere attuata solo prima del 2080, più facilmente prima del 2060" afferma Sansaturio. "Se l'oggetto fosse stato scoperto dopo il 2080, la deviazione avrebbe richiesto una tecnologia attualmente non disponibile".Conclude la scienziata: "Se questo oggetto fosse stato scoperto dopo il 2080, la sue deviazione avrebbe richiesto una tecnologia al momento non ancora disponibile. Pertanto, questo esempio suggerisce che il monitoraggio dei potenziali impatti, che al momento non copre più di 80 o 100 anni, dovrebbe essere portato oltre il secolo. In questo modo, gli sforzi necessari per deviare oggetti di questo tipo potrebbero essere condotti con risorse non troppo elevate, sia dal punto di vista tecnologico che finanziario".
La sua orbita è stata determinata grazie a 290 osservazioni ottiche e a 13 misurazioni radar ma, nonostante questo, rimangono ancora delle piccole incertezze. Oltre alla gravità, infatti, il suo percorso è influenzato anche dall'effetto Yarkovsky; dato il loro moto rotatorio, i piccoli oggetti del Sistema Solare emettono da un lato la radiazione che ricevono dal sole nel lato opposto, e questo può determinare dei piccoli ma significativi disturbi alle loro orbite.Lo studio fornisce anche lo spettro dei possibili scenari tenendo conto dell'effetto Yarkovsky: fino al 2060, la divergenza dalle orbite di impatto è moderata; tra il 2060 ed il 2080 aumenta di 4 volte, dal momento che l'asteroide si avvicinerà alla Terra; dopo il 2080, aumenterà ancora lievemente fino al nuovo avvicinamento nel 2162, per poi diminuire fino al 2182, anno più probabile per una collisione."La conseguenza di questa complessa dinamica non sta solo nel calcolo della probabilità di un impatto relativamente grande, ma anche nel fatto che una procedura realistica di deviazione dell'asteroide potrebbe essere attuata solo prima del 2080, più facilmente prima del 2060" afferma Sansaturio. "Se l'oggetto fosse stato scoperto dopo il 2080, la deviazione avrebbe richiesto una tecnologia attualmente non disponibile".Conclude la scienziata: "Se questo oggetto fosse stato scoperto dopo il 2080, la sue deviazione avrebbe richiesto una tecnologia al momento non ancora disponibile. Pertanto, questo esempio suggerisce che il monitoraggio dei potenziali impatti, che al momento non copre più di 80 o 100 anni, dovrebbe essere portato oltre il secolo. In questo modo, gli sforzi necessari per deviare oggetti di questo tipo potrebbero essere condotti con risorse non troppo elevate, sia dal punto di vista tecnologico che finanziario".