Francesco Hayez :pittore veneziano, vissuto a cavallo dell'ideale irridentista, importante protagonista e propositore degli ideali unitari attraverso la propria arte pittorica.
L'icona di un maestro del Romanticismo italiano in esposizione a Palazzo Isimbardi
"Riteniamo che il grande Valore dell'Unità della Nazione debba essere considerato perenne e da trasmettere alle future generazioni affinché conoscano le proprie origini storiche e culturali, mantenendo viva la passione per il bene comune e l'Unità nazionale, riconosciuti come fondamento di ogni interesse particolare - spiega il Vice Presidente e Assessore alla Cultura Novo Umberto Maerna - E' questo l'auspicio e l'obiettivo che tramite questa mostra, e la conferenza di approfondimento che proporremo a palazzo Isimbardi, intendiamo perseguire. Siamo infatti convinti che ancora oggi il Bacio di Hayez rappresenti in modo autentico i sentimenti, le passioni e l'anima del nostro popolo, finalmente divenuto Nazione".
Nella Sala Ante Giunta di Palazzo Isimbardi è in corso la mostra Un Bacio per l'Italia. Hayez. La genesi di un capolavoro (fino al 25 aprile, ingresso libero).
“Un progetto espositivo Alef – cultural project management: quattro opere del grande artista veneziano Francesco Hayez, tra cui il famoso Bacio nella redazione più privata e intima delle quattro realizzate dal Maestro, il piccolo olio donato dall'artista alla sorella della modella e amica Carolina Zucchi.
Accompagnano l'esposizione del dipinto tre acquerelli, che introducono il visitatore allo spirito della mostra:
"L’addio" o "L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta" (1830 circa),
"Un pensiero malinconico" (1842) e
"Il Bacio" (1859), e rappresentano l'antefatto del più celebre dipinto.
In una dimensione allegorica, "Il Bacio" diviene strumento visivo utile a ripercorrere la marcia verso la creazione dello Stato Unitario. Considerato uno dei più significativi interpreti del Romanticismo italiano, attraverso il celeberrimo Bacio Hayez non solo celebra infatti il sentimento d'amore romantico, ma anche quello patriottico. In un crescendo di complessità stilistica e di pregnanza simbolica, Hayez - in quattro successive redazioni dell'opera - esalta l'epopea risorgimentale attraverso il simbolico ultimo e appassionato saluto d'amore che precede la partenza del soldato per la battaglia, atto eroico che riconsegnerà l'Italia unita.
L'opera apparve per la prima volta al pubblico a Brera il 9 settembre 1859, suscitando un immediato e unanime consenso sia per il tema romantico così appassionatamente rappresentato sia per il motivo patriottico che incarnava. Oltre alla famosa redazione del 1859, tutt'oggi custodita presso la Pinacoteca di Brera, esistono altre tre versioni realizzate tra il 1859 e il 1861, tutte facenti parte di collezioni private.
Il dipinto presentato a Palazzo Isimbardi, giunto agli attuali proprietari per via ereditaria dalla famiglia Zucchi, da molti anni non veniva più esposto ed è eccezionalmente presentato in questa occasione. Rispetto alla tela di Brera, questo olio aggiunge, al di là di qualche elemento architettonico mutato, un dettaglio di rilievo: il panno bianco, un velo caduto, che rappresenta una novità significativa nella definizione del messaggio politico proprio dell'opera. Il bianco (che nella scena di Brera era affidato solo alle maniche della veste della donna), il verde del risvolto del mantello, il rosso della calzamaglia dell'uomo e l'azzurro dell'abito femminile: incrociati sono i colori che vanno a comporre le bandiere delle due nazioni sorelle, Italia e Francia, la cui alleanza aveva reso possibile la vittoria contro gli Asburgo. È la versione del 1861, poi, a rappresentare il raggiungimento dell’ideale unitario: con l’impresa dei Mille, l’Italia aveva dimostrato di poter fare a meno della Francia e Hayez elimina il riferimento all’azzurro dell’abito della donna, che diviene ora una serica veste bianca, lasciando così posto ai soli colori del vessillo del neonato Regno d’Italia.” Fonte
La mostra costituisce anche un’occasione di visita di preziosi interni dell’ala “storica” di Palazzo Isimbardi, aperti al pubblico solo in occasione di visite guidate.
Informazioni al pubblico:
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