È arrivata la sera e ho guardato Berlusconi da Santoro. L’ho guardato come si guardano le partite della nazionale ai mondiali, o il festival di Sanremo, vale a dire come un fenomeno che esprime un sistema di valori profondamente radicato nel popolo italiano. In questo caso l’avanspettacolo, la commedia dell’arte, dove le maschere entrano in gioco coi loro vizi di maniera, e non fanno altro che replicare se stesse all’infinito, affinché il pubblico non smetta mai di riconoscerle. Il successo imperituro di questo dispositivo d’intrattenimento per le masse è dovuto al fatto che la platea, in questo modo, si sente rassicurata. E ieri sera l’Italia si è rassicurata. La verità profonda e tragica di questa messinscena è che Berlusconi è ancora Berlusconi, ossia il fuoriclasse assoluto della rappresentatività italica, l’incarnazione suprema degli stereotipi e degli aspetti più epidermici dell’identità nazionale. Oggi ne parlerete negli uffici, nei bar, nelle metropolitane, vi dividerete in egual misura tra esasperati, indignati, angosciati e schifati, ma la realtà è che la risacca è il pendolo del mare, gioca a suo favore fino alla fine dei tempi. Perciò oggi tutto sarà come sempre. E come sempre vi piacerà moltissimo.
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