L’età della simulazione comincia con l’eliminazione di tutti i referenti – peggio: con la loro resurrezione artificiale in un sistema di segni, che sono una materia più duttile dei significati perché si prestano a qualsiasi sistema di equivalenza, a ogni opposizione binaria, e a qualsiasi algebra combinatoria. Non è più una questione di imitazione, né di duplicazione o di parodia. È piuttosto una questione di sostituzione del reale con segni del reale
(Jean Baudrillard)
Cenni sul termine “patastorico”
I migliori sono i primi a morire. Questa considerazione può introdurre la natura e il senso della concezione patastorica della vita (o della morte, sic stantibus rebus ). L’idea di base è che gli eventi ufficiali non interessano se non in quando sono stai deviati dal “clinamen”: in questo senso la Rivoluzione Russa del 1917 è stato l’assalto alle cantine di vino dello Zar e la Comune di Parigi un gioco finito male. Poi sono venuti i situazionisti e si sono messi a litigare con Henri Lefebvre: chi ne ha giovato sono stati un paio di italiani che ora fanno i cinesi e prima i giocatori di calcio, e un inglese che ha scritto molti libri ma nessuno ha mai letto! Stando così le cose i patastorici hanno conquistato il mondo e ora vivono di rendita aspettando, con l’ultimo fiasco di vino non bolscevico e senza giocare come a Parigi, che tutto sia superato, a cominciare (di nuovo?) dall’arte.
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