5 milioni in 5 giorni. Un inizio record al botteghino per Un Boss in salotto, commedia diretta da Luca Miniero prodotta da Cattleya e Warner Bros Italia. L’industria cinematografica italiana inizia con la marcia giusta questo 2014 che forse riporterà con La grande bellezza un film italiano tra i candidati all’Oscar. E lo fa con la garanzia di un regista come Luca Miniero, artefice dei successi di Benvenuti al Nord e Benvenuti al Sud, con l’accoppiata vincente Claudio Bisio/Alessandro Siani.
The Freak ha fatto due chiacchiere con il disponibile regista Luca Miniero, che nel film compare anche in una scena, nelle vesti di giudice (foto in alto).
Intervista a cura di Ilaria Pocaforza.
Questa volta affronti il contrasto tra Nord e Sud dal punto di vista della criminalità organizzata: hai preso spunto da fatti di attualità? È corretto per te dire (come ha più volte scritto anche Roberto Saviano) che la Mafia trae linfa per i propri investimenti dalle regioni del Nord? Ed è forse questa la metafora che hai voluto rappresentare nel contrasto tra i due fratelli, uno camorrista e l’altra benpensante aspirante “sciura” del Nord?
Credo che in questo film si voglia capovolgere il luogo comune che la criminalità organizzata sia solo al Sud. In commedia viene suggerito che è la mentalità compiacente che favorisce la diffusione del fenomeno, al Sud come al Nord. Insomma non è solo cosa nostra, di noi meridionali, e questo non è consolatorio.
Cosa ti ha spinto a scegliere come protagonisti Rocco Papaleo, Paola Cortellesi e Luca Argentero?
Rocco Papaleo, Paola Cortellesi e Luca Argentero sono attori molto bravi, che sanno fare sia la fase comica che quella emozionale. Sono pochi in Italia. Ci tengo a dire che volevo che i personaggi fossero universali, così ho mischiato i loro dialetti. Il meridionale Rocco parla un cilentano misto al napoletano, Paola vive in Alto Adige e parla veneto. Volevo qualcosa che fosse misto per raccontare meglio il viaggio diverso di due meridionali.
La vera anima della famiglia “Coso”, da te raccontata, è rappresentata dal fratello, presunto boss, Rocco Papaleo, che arriva all’improvviso mettendo in risalto le contraddizioni esistenti e con la sua umanità fa riscoprire agli altri membri della famiglia i valori importanti. Sono questi i temi del tuo film?
Sì, ma credo che i temi del film siano diversi. Sono trattati in commedia, come è sempre in un film popolare come questo. C’è la negazione delle proprie origini, il perbenismo che il presunto boss scardina con una risata, con una eruttazione addirittura, dimostrando alla sorella la sua umanità.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere?
Non parlerei di messaggi ma di temi. Credo che in questo film si voglia raccontare l’incontro fra due modi diversi di essere meridionali, che alla fine si ritrovano. Ho letto di “un film che continuava la saga Sud e Nord, forse in una lettura distratta”, in realtà qui si parla di Sud e Sud, e il Nord è sullo sfondo.
Grazie e in bocca al lupo!
Di Ilaria Pocaforza (con la supervisione di Daniele Urciuolo)