L’altro giorno facevo caffè e cappuccino, cappuccino e caffè e d’un tratto mi trovo davanti una persona che conosco. E allora ho pensato che non potevo lasciare che andasse via prima di chiedergli:
- Da queste parti abbiamo lungamente dibattuto di editoria a pagamento e autopubblicazione. Una grande casa editrice, per la sua esperienza di curatore di una collana editoriale, prende in considerazione autori che in precedenza hanno pubblicato con piccoli editori? Se questo avviene, fa distinzione tra autori già pubblicati a pagamento e autori pubblicati da editori ‘virtuosi’? - Dunque. Le major, ovvero le grosse case editrici, cercano sempre nuovi autori: un nuovo autore è un investimento per il futuro. Uno dei metodi per trovare nuovi autori è quello classico della selezione dei manoscritti che arrivano alla casa editrice, l’altro è quello di vedere che cosa pubblica la concorrenza e “rubare” l’autore con offerte migliori. Per questo le piccole case editrici spesso sono territorio di caccia per quelle maggiori. Le piccole case editrici puntano molto sugli esordienti, perché non hanno abbastanza soldi per fare concorrenza all’offerta di quelle grandi, si concentrano su pochi titoli che lavorano con attenzione, spesso sono molto ben collocate in un territorio circoscritto oppure sono dirette da appassionati che leggono i testi di autori di nicchia prima che arrivino all’attenzione del grande pubblico. Per fare un esempio, la Casa editrice Castelvecchi fece esordire Pulsatilla, Transeuropa pubblicò il primo romanzo di Ammaniti, Meridiano Zero tradusse per primo in Italiano David Peace , la Shake pubblicò George Pelecanos quando nessuno lo conosceva… e così via. Ma piccola casa editrice non vuol dire casa editrice a pagamento. Se nel primo caso l’editore seleziona in base alla qualità, e quindi è guardata con attenzione dagli editor delle case editrici più grandi, nel secondo caso non applica nessuna selezione e fa un lavoro pessimo con gli autori. Forse a volte capita che qualcuno bravo venga pubblicato da un editore a pagamento, ma è impossibile accorgersene perché finisce in mezzo a centinaia di titoli tutti uguali scritti malissimo. Nessuno, e sottolineo nessuno, fatto salvo l’autore stesso e i suoi amici, compra i libri degli editori a pagamento e nessuno, per gli stessi motivi, li legge. Tanto meno un editor. E quando l’editor di una casa editrice seria, piccola o grande che sia, riceve un libro stampato a spese dell’autore, normalmente non lo guarda nemmeno perché fa un ragionamento semplice: se questo ha dovuto pagare per farsi pubblicare non vale niente. Magari ogni tanto si sbaglia, ma per lo più ha ragione e risparmia tempo. Meglio mandare, quindi, un semplice manoscritto, che si legge anche meglio di un libro impaginato male e stampato su carta orrenda. Lui è Sandro Dazieri http://www.sandronedazieri.it/ e se torna da queste parti un paio di altre domande da fargli ce le avrei!Possono interessarti anche questi articoli :
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