C'era una volta un cane che, nel suo villaggio, in Africa (siamo in Senegal), vagabondava dalla mattina alla sera e, approfittando delle disattenzioni altrui, commetteva di volta in volta piccole monellerie, di cui forse lui stesso non si rendeva conto pienamente.
E la gente, stufa, lo prendeva in antipatia e non lesinava certo di farglielo capire manifestamente.
E , infatti, se poteva, non gli risparmiava sassate, bastonate e pedate.
In effetti, in Africa, non ci sono maniere "dolci "nei confronti degli animali domestici come da noi in Europa e, in un certo senso, si capisce pure il "perché".
Ma il" nostro" le rogne pareva se le andasse proprio a cercare.
Così ,un giorno ,il nostro "impertinente", forse perché stufo d'essere trattato male da tutti, va da un ciarlatano(una specie di consigliere di villaggio) per avere dei consigli e sapere come poter evitare certi inconvenienti quasi quotidiani, che gli accadono e per i quali, lui proprio, non sa darsi spiegazioni.
Il ciarlatano in questione si dà il caso che sia un ragno.
E richiesto del suggerimento, risponde al cane :- Vedrò cosa posso fare per te.
E poi aggiunge : -Devo uscire un attimo ma tu aspettami pure qui.
Intanto il ragno aveva messo in terra, nella sua dimora, un mucchietto di monetine luccicanti e in bella vista e una delle sue numerose zampe, che si era strappato in precedenza senza che il cane se ne potesse accorgere.
Rimasto solo, il cane fissa attentamente, e più volte ,il mucchietto di monetine e, pur facendosi forza per trattenersi, non riesce a resistere alla tentazione d'ingoiare la zampa di ragno.
Rientrato il padrone di casa, chiede subito all'ospite:- Dov'è la mia zampa?
E il cane non risponde.
E l'altro replica: -Dov'è la mia zampa?
Silenzio grave...nel senso di "pesante".
Il ragno-ciarlatano ,alla fine ,rompe lui questo silenzio gravido e spiega al cane che gli insulti e le legnate che prende se le merita.
Perché?
Perché non si rubano mai le cose d'altri.
Semmai, se proprio le desideriamo, dobbiamo chiedere all'altro e, magari, anche per piacere.
Il cane, a questo punto, capì e fece tesoro, almeno si spera, del consiglio del ragno.
E sicuramente non fu più bastonato, né scacciato, lì dove si trovava e si trova ancora oggi a passare.
Racconto tratto e liberamente adattato da " LA SPOSA DEL RE " di Ivana Cossar /EMI-BO
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana )