Un cessate il fuoco perpetuo

Creato il 11 marzo 2015 da Conflittiestrategie

Il cessate il fuoco nell’ex Ucraina dell’est è, in realtà, una condizione di perpetuità che sancisce la nascita di una nuova nazione, strategicamente importante negli assetti euroasiatici, almeno per la Russia. La “lunga tregua” decisa dagli accordi quadripartiti di Minsk è il “riconoscimento internazionale” che la Nuovarussia aspettava. Essa occupa la sua casella geografica dalla quale nessuno potrà scalzarla. I quattro capi di Stato e di Governo di Francia, Germania, Russia e Ucraina, riunitisi nella Capitale bielorussa, hanno preso atto degli eventi ed hanno messo fine ad una guerra che rischiava di coinvolgere direttamente gli sponsor esteri delle parti in causa, nonché di amputare ulteriormente l’Ucraina, ormai in preda alle spinte centrifughe di varie minoranze etniche e cricche oligarchiche sempre più voraci.
Poroshenko, nonostante la retorica dei suoi discorsi bellicosi e revanscisti, è il Presidente “separatista” che ha accettato la “mutilazione” irreversibile dei territori ucraini. Per questo passerà certamente alla storia, ma coperto d’infamia per bombardamenti sui suoi cittadini dell’est e per la resa a Mosca ed ai trattoristi/minatori delle milizie. Da qualunque lato la si guardi, lui e i suoi sodali non troveranno la gloria degli eroi che invocano a piè sospinto, ma il fango in cui hanno precipitato un popolo ed uno Stato, ormai lacerato nel profondo, per assecondare le mire americane. Senza la Crimea e la Nuovarussia l’Ucraina non è più lo stesso Paese di prima ed a Kiev lo sanno bene, tuttavia, è troppo tardi per rimediare. Reietti inescusabili per il Cremlino (che non rinuncerà, in qualche modo, ad esercitare una qualche forma d’influenza sotterranea sul vicino, anche solo per destabilizzarlo) i golpisti della junta saranno ospiti malvisti ed appena tollerati in Europa, e solo per via delle pressioni di Washington. Ormai l’Ue ha una spina nel fianco a Kiev, più di quanto non l’abbia Mosca. I quisling ucraini sono destinati a divenire il centro di molte crisi geopolitiche che si scateneranno nel vecchio continente e alle quali Bruxelles dovrà rispondere in prima persona, per il fatto di essersi schierata per il regime change. Una colpa della quale non si laverà facilmente, anche per l’approssimarsi di un’epoca che richiamerà molte vendette e rivendicazioni territoriali che vengono da lontano.
Come la Transnistria, la Nuova Russia è, dunque, uno Stato autolegittimatosi con la resistenza dell’esercito locale ed il supplizio dei suoi civili. Più di 10000 cadaveri è il prezzo salatissimo pagato dal popolo novorusso per la propria indipendenza. Il suo mito dell’origine è germogliato col sacrificio di migliaia di cittadini e di ribelli accorsi ad erigere barricate e a respingere l’invasore. Nelle vene della patria scorre il loro sangue ardimentoso. Anche la geopolitica ha il suo lato romantico e leggendario, senza il quale le masse non muoverebbero un dito. La Nuovarussia esiste e nessuno potrà più negarla.
Ps.
Il conflitto ucraino ha polarizzato le simpatie e le antipatie nei confronti della Russia nel Vecchio Continente. I filorussi in Europa potrebbero diventare un vero partito transnazionale che, finalmente messe da parte le ataviche divisioni ideologiche tra destra e sinistra, trova nel Cremlino (e nelle sue politiche internazionali) la sponda per la creazione di un nuovo soggetto politico sovranista.
Mosca sembra voler accettare questa investitura e collabora con organizzazioni e movimenti esteri per dare consistenza al progetto. I circuiti filoamericani cercano di ostacolare queste liaisons dangereuses in tutti i modi, soprattutto con campagne di discredito e di demonizzazione di Putin e dei suoi estimatori stranieri. La stampa asservita (quasi tutta) gioca un ruolo fondamentale nella propaganda russofoba e antiputiniana e non perde occasione per denunciare un inesistente totalitarismo imperiale russo – laddove semmai abbiamo a che fare con un sempre più aggressivo imperialismo americano – adesso anche appoggiato da una fantomatica internazionale dell’odio con sedi in Italia, Francia o Germania. Dobbiamo preparaci al peggio perché presto passeranno dalle intimidazioni alle persecuzioni. I delatori saranno ad ogni angolo. Hanno già iniziato a studire il fenomeno per trovare delle contromisure.Proprio a  Kiev si ètenuta una conferenza dove esponenti della finanza e dell’intellighenzia occidentale hanno cercato di mettere in guardia dall’azione di Putin, il quale starebbe provando a coagulare un fronte pro-russo, puntando su forze variegate accomunate dall’antieuropeismo e dall’antiamericanismo.
Così ci hanno classificati:
Primo gruppo: i conservatori dei circoli di destra che condividono il tradizionalismo, il nazionalismo e la maniera aggressiva del Cremlino di sostenere la propria sovranità

Secondo gruppo: gli antimperialisti di sinistra che attribuiscono all’occidente i mali del mondo e credono che Putin sia il giusto contrappeso contro gli Usa. Costoro nutrono simpatia per la Russia quale successore naturale dell’URSS.

Terzo gruppo; i sostenitori di una politica estera realista, cioè coloro che credono nelle sfere d’influenza e nello sviluppo dei rapporti di forza, in quanto strumenti più realistici per governare le contraddizioni mondiali

Qualunque tipo di filorusso tu sia da oggi in poi tieni gli occhi ben aperti. Il nemico ti ascolta e ti cerca.


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