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Un Chien Andalou: Alle origini del cinema horror moderno

Creato il 12 settembre 2011 da Alessandro Manzetti @amanzetti
Un Chien Andalou: Alle origini del cinema horror moderno
Parigi, 6 giugno 1929. Nella sala dello Studio des Ursulines, l’elite culturale parigina riempie la platea ansiosa di assistere alla proiezione di Un Chien Andalou un cortometraggio di sedici minuti del giovanissimo Luis Buñuel e Salvador Dalì. In sala prendono posto Pablo Picasso, Le Corbusier, Jean Cocteau e Max Ernst. Ci sono anche René Magritte, René Char, Ives Tanguy e tanti altri. E’ presente ’intero gruppo surrealista dell’epoca, nato dal Manifesto pubblicato nel 1924 da André Breton.

Un Chien Andalou diventerà presto un’opera significativa e rappresentativa del surrealismo, trasformandosi nel manifesto cinematografico del movimento. Questo cortometraggio nasce dall'incontro fra due sogni, come racconta Buñuel: Appena giunto a Figueras, da Dalì, invitato a passarci qualche giorno, gli raccontai che avevo sognato da poco un nuvola lunga e sottile che tagliava la luna e una lama di rasoio che spaccava un occhio. Lui mi raccontò che la notte prima aveva visto in sogno una mano piena di formiche
Un Chien Andalou: Alle origini del cinema horror moderno
Come l’intero movimento surrealista, profondamente influenzato dalle teorie freudiane, anche Buñuel e Dalì consideravano il sogno e l’inconscio due importanti sorgenti di ispirazione. Lo stesso Un Chien Andalou può essere considerato interamente un luogo onirico. Nei 16 minuti del cortometraggio sono rappresentati i tanti uomini che abitano ogni uomo: c’è l’Eros e Thanatos, l’io e l’alter-ego, amore e morte, il presente e il futuro, la sublimazione, la desolazione, la natura macraba e violenta della passione umana. Un Chien Andalou non possiede una vera e propria trama, l’unica realtà che guida le immagini e le allusioni è quella dell’inconscio, del desiderio, dell’incubo.
Il film inizia con quella che è ancora oggi una delle scene più sorprendenti e scioccanti della storia del cinema, un uomo (Buñuel stesso) affila un rasoio e guarda dal terrazzo la luna, poi apre l'occhio di una donna e lo taglia con il rasoio. La luna si copre di nuvole. L’incubo continua, si agita e si anima ripetutamente della pellicola, mutando forma e ispirazione. In una scena un androgino guarda estasiato una mano mozzata; la mette in una scatola e se la porta al cuore. Viene però impietosamente investito da un auto in corsa. Seguono altre scene metaforiche, come quella in cui il giovane si trova a trascinare due pesanti pianoforti con sopra due asini in putrefazione. Il film si chiude ritraendo due amanti seppelliti fino alla cintola in un paesaggio desertico, tristi, sguardo perso, estranei l'uno all'altro. Ma c’è tanto altro, scene che fanno rabbrividire, ridere, vomitare, che attingono costantemente alle profondità più nascoste della nostro inconscio.
Un Chien Andalou: Alle origini del cinema horror moderno
L’importanza di questo cortometraggio non si ferma alla poetica e al messaggio surrealista , arriva  anche al cinema horror moderno, quello degli anni 60 che supera definitivamente i canoni stereotipati degli horror movie degli anni 30 e 40, legati alla guerra, alla necessità di un messaggio positivo, al bene che vince sempre sul male. Il cinema horror e fantascientifico di oggi, di registi come Alfred Hitchcock, David Linch, David Cronenberg, Dario Argento, gli stessi Lucio Fulci e George Romero, sono debitori di Un Chien Andalou e del cinema surrealista che per la prima volta ha aperto una finestra sui sogni, gli incubi, le cose proibite, l’inconscio e altri fantasmi, temi che diventeranno caratteristici della moderna cinematografia di genere.
Lucio Fulci è stato profondamente influenzato dalla prima scena di Un Chien Andalou, quella del rasoio, come Romero che nel suo film La Notte dei Morti Viventi sfrutta lo spettatore attraverso immagini disturbanti e una profonda mancanza di speranza per la razza umana, emozioni e linguaggi che ritroviamo vivide nel cortometraggio di Buñuel. Hitchcock fece spesso ricorso all'estetica del cinema surrealista soprattutto nelle scene di sogno e di incubo (La donna che visse due volte,  Io ti salverò).
Tutto questo fa sì che i 16 minuti di Un Chien Andalou, per l’arte, il cinema, il surrealismo, le radici che arrivano fino al cinema horror moderno, siano ancora i più rivoluzionari della storia del cinema.


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