Camille Pissarro (1830-1904) – La fiera di Dieppe.
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Sono un agricoltore alle pareti di casa mia le opere d’arte che ritengo più belle che mi danno sempre un motto di spirito sono le foto dei miei figli di mia moglie a di piccoli scritti che io ho prodotto e incorniciato.
Chiedo scusa se non compro opere d’arte del territorio vercellese e non perche al travai al pusa ma perche credo che l’opera d’arte sia prendere la nostra vita e viverla per farne un opera d’arte
Per quanto riguarda i cristi e le madonne presenti anche nella mia casa non rivestono il ruolo da lei indicato, ma qualcosa che a che fare con la spiritualità
Per altro vivendo in mezzo alla natura essa già mi avvicina a Dio e tra macchinari e diserbanti riesco ancora a stupirmi delle meraviglie del creato
Par fela curta sara che gli agricoltori pensano che l’arte non sia prodotta dagli uomini per gli uomini ma da Dio passa attraverso l’uomo per ‘l’uomo
pensiero della notte :
” la vegia la vuol ne mori parchè nu para iuna tutti i di”
Enzo.
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Caro Signor Enzo, sappia che Lei.. e solo Lei, è scusato.
Io faccio quello che mi dicono di fare.
Prima di tutto che gli agricoltori non vengono in Città a spendere dei soldi e non vogliono partecipare alle nostre manifestazioni artistiche. Lei,certo,ce ne spiega una di ragione,in fondo vive in mezzo alla natura che è già di per sé un’opera d’arte ma qui,in mezzo al cemento abbiamo bisogno di un contributo di solidarietà anche dalla campagna.
E’ forse colpa di qualcuno se l’agricoltore che lavora solo tutto il giorno è timido e riservato,e non si osa entrare nei bei negozi,appariscenti,soprattutto di abbigliamento,perché teme di chiedere un prezzo ed apparire maleducato a dire,mi spiace ma non fà per me?
Vede,anch’io, che a Vercelli non ho mai fatto dei buoni affari..ho dovuto imparare con pazienza che l’agricoltore va..come si suol dire..coccolato..amato…consigliato..e non preso in giro..perchè colui che passa la maggior parte del suo tempo in mezzo al silenzio..ha piacere di far festa quando incontra qualcuno che gli da la sua fiducia e la ricambia.
L’agricoltore se lo si chiama al cellulare è quasi sempre disponibile,al contrario dei medici di città,che sono l’ultima vanità rimasta in pista,a causa della crisi, infatti siamo tutti pressoché malati di qualcosa,e loro si degnano..di visitarci..ma te lo fan cadere dal cielo.Se mai ti rispondono.
Perché invece.. l’agricoltore è disponibile al telefono.. pure mentre sta lavorando?
Perché gli fa piacere fare due parole per rompere la monotonia della giornata, quando è solo in mezzo ad un campo.Ed intanto che sei al cellulare ti chiede come va la borsa,se ci sono novità in generale,e che al momento pensava solo di comprarsi un paio di scarpe nuove,ma riflettendoci,forse sua moglie o i figli ne avevan bisogno subito,ma non volevano essere pelati.
Ed intanto che ci siamo,gli puoi chiedere se gli serve qualcosa d’altro…ahh..vuoi un buon rosso…o preferisci un bianco..ci penso io,te ne faccio provare una qualità da leccarti i baffi.
Ti serve pure una cravatta par andà a spusai..faccio io..un dopobarba? Ok,quando vieni a prendere il tutto?
Certo,una volta cari signori agricoltori venivate almeno una,due… volte..la settimana al mercato,ve lo ricordo perché da quando i bar vendono il piatto caldo di mezzodi,le pizzerie ed i ristoranti la fanno sempre più magra.
Lei ha ragione caro signor Enzo,che ha fatto l’alpino,ai nostri tempi c’era il prezzo ridotto per…militari e ragazzi…ma da quando le caserme sono vuote..anche le pizzerie ed i ristoranti ne risentono…ed io contavo che qualcuno di voi..si facesse una pizzetta in città..giusto per dare il contentino ai cittadini..e tornare a casa.. dopo un caffè corretto grappa.
Vi invito..almeno per quando..inizierà a fare più freddo..e chiederemo in giro se possiamo creare dei buoni pasto..con il contributo CEE..per tutti coloro che frequentano il mercato di piazza Zumaglini.
L’ho capito.
In piazza Cavour e limitrofe,non è più come quando eravamo ragazzi che si comprava bene e venivano un sacco di signore dai paesi della campagna non solo per comprare,ma anche per incontrare altre signore e contarsela su.
Oggi il signor Enzo lo sa anche lui,le donne hanno scelto la libertà ed il lavoro in ufficio, per cui anche le mogli degli agricoltori al mercato non ci vengono più. Vanno in ufficio.
Riguardo le immagini sacre,per carità signor Enzo,non mi fraintenda.
Ho dovuto farlo,perché l’arciprete si è lamentato con me che la domenica,la messa granda in Duomo non è più come ai bei tempi che venivate in tanti,e poi andavate a pranzo dal Pio o al Vapore e quando faceva i conti delle limosne..altro che adesso..ci trovava dei bei biglietti..cartacei…mentre ora hanno tutti il pugno chiuso..e se prosegue così..vanno in chiesa talmente in pochi..che dovranno modificare gli orari o addirittura sacrificare qualche messa.
Non parliamo delle spese.. ma delle entrate…sì.
T’è capì la musica caro signor Enzo?
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FINE