Una partenza a dir poco assurda e inaspettata per mettere in moto un racconto.
E in effetti è proprio dalle assurdità che "Un Cuento Chino", film spagnolo diretto da Sebastian Borensztein, basa gran parte della sua divertente e coinvolgente storia, facendo atterrare lo sfortunato Jun, in cerca di un nuovo inizio, nella terra argentina e poi facendolo scontrare col ferramenta eterno rabbioso Roberto.
Entrambi soli e desolati dalla vita si troveranno a convivere forzatamente per scelta, e per obbligo, fino a che Jun non sarà in grado di trasferirsi dal povero zio stranamente scomparso.
Dalla difficoltà di dialogare e dalla diversità caratteriale dei due personaggi, "Un Cuento Chino" forgia la sua vera e propria arma di forza, gestendo alla perfezione momenti divertenti di alta classe mescolati ad alcuni più o meno drammatici e a mezzo sorriso. Il controsenso è parte fondamentale della pellicola ed è lo stesso motivo per cui i due estranei amici riescono, senza nemmeno rendersene conto, ad instaurare un rapporto solido d'amicizia pur non avendo mai tra loro un reale scambio di ideali (Jun non parla nemmeno una parola di argentino mentre Roberto non sa nulla di cinese).
Sotto questi aspetti Borensztein compie un lavoro di fino, divertendo e riscaldando il cuore di tutti coloro che di fronte a una storia tanto paradossale non possono fare altro che stare al gioco e attendere ansiosi di arrivare a conclusione. Una furbata decisamente ben riuscita, con l’unico effetto collaterale di non far più ridere troppo di gusto chiunque un giorno dovesse trovarsi a leggere un fatto di cronaca nera legato a una mucca caduta dal cielo piuttosto che a un asino volante. Da oggi, in quel caso, sarebbe corretto tenere a disposizione una lacrima di scorta.
Trailer: