Si dovrebbe davvero averne due, chè non si può esser triste mentre a qualcuno che ti è caro stanno capitando cose belle. E non si può neanche vedere solo la propria felicità, quando un'amica è in difficoltà e con fatica cammina ogni giorno.
E allora se i cuori fossero due si potrebbero davvero vivere insieme agli altri quelle emozioni, davvero si potrebbe compatire un amico nel senso più pieno del termine, mettendosi lì accanto a cercare di provare quella stessa emozione. Lasciandosi il tempo di vivere anche le nostre, e senza farsi scappare quei piccoli bocconi di felicità che la vita ti mette davanti, gustandoli a pieno.
Perchè uno solo si rompe a metà quando succedono di queste cose, e non riesce ad assaporare nè l'una nè l'altra emozione, ed è una cosa tremenda aver l'animo diviso...
"Mi morì contemporaneamente alla mamma mia, nello stesso giorno e quasi alla stess’ora. Non sapevo più come spartire le mie cure e la mia pena. Lasciavo la piccina mia che riposava, e scappavo dalla mamma, che non si curava di sè, della sua morte, e mi domandava di lei, della nipotina, struggendosi di non poterla più rivedere, baciare per l’ultima volta. E durò nove giorni, questo strazio! Ebbene, dopo nove giorni e nove notti di veglia assidua, senza chiuder occhio neanche per un minuto... debbo dirlo? ― molti forse avrebbero ritegno a confessarlo; ma è pure umano, umano, umano ― io non sentii pena, no, sul momento: rimasi un pezzo in una tetraggine attonita, spaventevole, e mi addormentai. Sicuro. Dovetti prima dormire. Poi, sì, quando mi destai, il dolore m’assalì rabbioso, feroce, per la figlietta mia, per la mamma mia, che non erano più... E fui quasi per impazzire. "
Il Fu Mattia Pascal, L. Pirandello