Un decennio segnato dalla corruzione

Creato il 18 aprile 2012 da Speradisole

UN DECENNIO SEGNATO DALLA CORRUZIONE

Alla domanda di Monti all’Emiro del Qatar, in visita in Italia in questi giorni: «Che cosa  ha impedito o impedisce a paesi come gli emirati di investire in Italia?». L’Emiro ha risposto senza esitazione: « la corruzione».

Strano, mi sarei aspettato che dicesse: «L’articolo 18», vista l’insistenza di modificarlo da parte di questo governo, perché considerato un freno enorme agli investimenti esteri. Ma non è così, allora vuol dire che gli altri paesi percepiscono il nostro, con occhi diversi.

Gli scandali recenti legati alla famiglia Bossi e all’appropriazione indebita  di fondi della Lega Nord rischiano di farci perdere il senso delle proporzioni. Si discute su due milioni che l’Umberto avrebbe preso per sé e di diamanti per la Mauro, e si rischia di dimenticare il costo per tutta la collettività delle scelte del duo B&B in tema di politica economica, finanziaria  e fiscale.

Per la comunità questi costi hanno un ordine di grandezza pari a centomila volte tanto i quattrini di cui si sarebbero appropriati Bossi, Belsito e famigli. Li ha calcolati il giornalista inglese Charles Young, che li ha esaminati attentamente in un suo libro “Impunity: Berlusconi’s goal and its consequences (Impunità: gli obiettivi di Berlusconi e le loro conseguenze).

Il giornalista britannico ha messo a confronto i dati sulla crescita del Pil fra il 2001 e il 2009: dei 120 paesi del mondo con più di 4 milioni di abitanti, solo lo Zimbabwe e l’Italia hanno le economie più piccole nel 2009 che nel 2001. Nel periodo l’Italia ha perso il 6% del Pil pro capite.

Dunque non è solo colpa della crisi se le recessione economica sta facendo cadere il paese nella miseria.

Un decennio segnato dalla corruzione. Al declino economico si accompagna la crescita della corruzione che è inversamente proporzionale alla crescita del Pil. Secondo la Corte dei Conti la corruzione costa 60 miliardi di euro all’anno nel Paese con una crescita del 30% nell’ultimo anno.

Secondo Transparency International, l’Italia è scesa dal 29esimo posto nel 2001 al 67esimo posto nel 2010 in quanto a livelli di corruzione, spostandosi dal gruppo dei paesi democratici più avanzati ad essere collocata insieme a Georgia, Brasile, Guatemala ed Egitto.

Anche la repressione della corruzione in questi anni è drasticamente diminuita rispetto al periodo di mani pulite e degli anni ’90.

Nel 2006 il numero di condanne per corruzione era un settimo di quelle registrate dieci anni prima. Se si guardano alcune Regioni i dati sono ancora più eclatanti. In Sicilia si è passati da 138 condanne nel 1996 a 5 condanne nel 20o6. In Calabria da 19 a zero nel 2006. In Lombardia da 545 nel 1996 a 43 nell’ultimo decennio. 

Una delle principali cause di questa debacle delle condanne per corruzione sta nell’enorme crescita delle Spa pubbliche-private o pubbliche, ma in forma sociale privata, per gestire servizi pubblici in settori come la sanità, edilizia, ambiente.

Qualcuno ricorderà il tentativo non riuscito di trasformare l’impero di Bertolaso, la protezione civile, in Spa pubblico-privata, o quello riuscito di La Russa sulla dotazione di armi per l’Italia, per cui adesso compriamo aerei che ci costano un occhio delle testa.

Un fenomeno che dipende in larga parte dalle scelte berlusconian-leghiste, sia nel governo nazionale che nelle amministrazioni locali.

Questa è corruzione tra privati, ma l’Italia, almeno fino ad ora, è uno dei pochi paesi al mondo che non considera la corruzione tra privati come un reato. Pare che il ministro Severino voglia metterci mano. Come sempre speriamo in meglio.

(I dati di cui sopra sono riportati nel libro: “Mani Impunite” (Laterza editore) di Vannucci e Della Porta)

(Fonte l’Unità)



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