Un decennio spray

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Questa immagine dello scenografo Niccolò Ghio al lavoro su alcuni arredi di “Tutto Matto” ci offre lo spunto per riprendere il nostro viaggio attraverso gli Anni ’80 (che ormai sta giungendo alle ultimissime tappe) ricordando due grandi protagonisti di quel tempo, acerrimi nemici l’uno dell’altro e capaci di monopolizzare i titoli dei giornali e i dibattiti politici per un lunghissimo periodo: il gas freon e il buco nell’ozono.
 
Il primo era una delle droghe più diffuse dell’epoca, presente in abbondanti quantità nelle case di tutti gli italiani, nessuno escluso; il secondo era la terribile conseguenza che quella sostanza contenuta in ogni bomboletta spray, dai fissanti per capelli che si spruzzavano a chili sulle pettinature cotonatissime alle vernici per i graffiti che ormai ricoprivano tre quarti delle metropolitane di Milano e Roma; dall’irrinunciabile Autan contro la puntura di zanzara alla Cacca-spray vero scherzo-cult delle più trendy feste di Carnevale.
 
Fu infatti solo nel 1985 che si cominciò a capire quanti e quali danni una spruzzata di lacca Free Style de L’Oreal potesse causare, oltre che sul look di noi così fieri di quelle orride cofane sulla testa, anche sull’atmosfera e sull’equilibrio climatico della terra.
Ci volle qualche anno prima che noi tutti ci abituassimo all’idea che tutto il nostro campionario di apparentemente innocue bombolette costituisse una delle più spaventose minacce al futuro del pianeta ma, sul finire del decennio, l’effetto-serra, e l’innalzamento della temperatura del pianeta divennero l’argomento più trattato dai giornali, dai talk show e, di conseguenza, da tutti noi.
 
Non a caso al Festival di Sanremo del 1989 la salvaguardia dell’ambiente fu la tematica più presente nelle canzoni, superando quasi i consueti drammi d’amore e le rime su zuccherosi sentimenti che erano sempre stati l’ingrediente base della kermesse.
Marisa Laurito, preoccupatissima si chiedeva “Tutto il mondo s’è inquinato / ma l’ozono che farà?” risolvendo poi le sue ansie mangiandoci su. Gigi Sabani ipotizzava l’avvento della fine del mondo. Raf, già chiedendosi allora cosa sarebbe rimasto di quel decennio spray, sentenziava “E’ un effetto serra che scioglie la felicità”.
Ma il clou lo raggiunsero gli immancabili Albano e Romina che, ancora lontani dal tirarsele fra loro, le bombolette spray, arrivarono addirittura terzi nella classifica finale con il grande capolavoro di ecologia trash “Cara terra mia”, con quell’indimenticabile e indimenticato “Come va, come va? / Tutto ok, tutto ok?” rivolto al pianeta che, screditando completamente le tematiche ambientali e coprendo di ridicolo chi si preoccupava per l’inquinamento, avrebbe condannato per sempre il Partito Politico dei Verdi a percentuali elettorali risibili.


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