Dov’ero rimasta? Non mi ricordo più, i giorni si sono scambiati di posto, hanno teso tranelli, si sono camuffati, si sono presi gioco di me, perché ero impegnata altrove. Quello che si sta concludendo, infatti, è stato un anno impegnativo, e non per modo di dire.
L’impegno, ecco il punto. L’impegno. Tenevo il filo di un discorso stretto in mano e per intesserlo ho prima aperto questo blog, impegnandomi a tenerlo in vita, dapprima scrivendo forsennatamente, quindi placando il ritmo fino a renderlo armonico con le mie vicende di vita, vale a dire: tenerne il respiro quieto in attesa del quietarsi degli eventi esterni. Nel mentre, però, non ho smesso di scrivere, sempre e solo sul tema: “Il mio discorso”.
Per me scrivere significa, prima di tutto indagare, conoscere. E riconoscere, focalizzare, tentare di raggiungere. Spiegare. Eccolo, il succo del discorso, è tutto qui. Mica uno scherzo. Chi, come me, non è nemmeno del mestiere, può trovarlo difficile: gli ostacoli che aumentano invece del contrario, via via che si va intessendo questa trama. Eppure, è ciò che andavo cercando, dare senso a una complessità tutta mia, trovare la sua necessaria strutturazione.
In questi anni ho scelto come mentore una persona unica. Credo di aver voluto bene a Giulio Mozzi non appena ho aperta per la prima volta la pagina principale di Vibrisse. Tanto complesso quanto profondamente generoso, già tramite le sue lezioni gratuite avevo appreso insegnamenti essenziali sulla scrittura, e sul rapporto di chi scrive con il mondo, molto prima di quando, tre anni fa, gli scritto la mia prima email, chiedendo consigli carichi di un’ingenuità che oggi mi fa sorridere.
Lo scorso anno ho bussato alla porta della Bottega di Narrazione, che Giulio, assieme a Gabriele Dadati, tiene presso i locali dell’editore Laurana, a Milano. Mi sono presentata con il mio filo in mano, una parte del discorso già tessuto, e tutta la migliore volontà di confezionare a regola d’arte il resto. Mi è stato aperto, è stato detto che il mio discorso teneva, e ho avuto accesso, così, a un tempo di scoperte, apprendimento, e relazioni umane lungo un anno. Un’esperienza e un arricchimento unici, dei quali ringrazio Giulio, Gabriele, Lillo Garlisi e tutte le persone che sono transitate per la Bottega di Narrazione, i tanti scrittori e operatori dell’editoria, ma non ultimi i miei compagni di viaggio, che qui cito in ordine alfabetico, per non scontentare nessuno: Aldo Dalla Vecchia, Camilla Costa, Carmelo Vetrano, Carmen Verde, Chiara Giordano, Cosimo Lupo, Cristina Natale, Francesco Genovese, Luca Bonini, Magda Cervesato, Michela Rossi, Salvatore Barbara, Serena Uccello, Silvia Vercelli, Simone Salomoni, Susanna Gianotti, Vincenzo Todesco, Vinicia Tesconi. A tutti voi, ancora grazie.
E grazie alle persone della mia vita che hanno avuto pazienza e mi hanno sostenuta, primi fra tutti i figli (Figli: che la testardaggine di vostra madre vi sia di insegnamento. Quale insegnamento? Non lo so, è questo il bello: dovrete organizzare da voi il vostro personale caos, ma mi avrete sempre al fianco).
Se voleste farvi un’idea dei lavori e delle persone della quarta annualità della Bottega di Narrazione, sbirciate QUI.
QUESTA la pagina del blog della Bottega che rimanda al fascicolo presentato lo scorso tredici dicembre a Milano, presso lo Spazio Melampo, sede della Laurana, davanti a editor, agenti e altri rappresentanti dell’editoria italiana.
Adesso che la quarta Bottega si è conclusa, mi metto a riordinare i fogli del calendario. Chissà stavolta che anno si prepara.