Un dubbio e una risposta?

Da Stefanod
Questa mattina. Avevo voglia di farmi il caffè con la moka. Sofia, seduta sul mobile della cucina mi osserva. Vuole partecipare. Faccio partire il macinacaffè. Lei indica la Nespresso. Le dico che voglio fare il faccè con la moka, che le spiego come si fà. Lei mette il broncio e dice che vuole farmelo lei, con la Nespresso, che devo solo scegliere il colore della capsula, al resto pensa lei.
Le dico che avrei proprio voglia di quello della moka. Il suo broncio diventa tristezza. E così la mia testa si riempie di mille pensieri sul come essere genitori. Divento un genitore curling che cerca di spazzare via tutte le asperità dalla strada di Sofia se faccio come dice lei, o sono piuttosto un insensibile che metto il mio caffè prima di mia figlia?
Decido che vada per il Nespresso. Le dico "viola, lungo", lei si illumina! Prende la scatola, prende la capsula, accende la macchina e appena il pulsante finisce di lampeggiare voilá, un espresso con crema emana profumo dalla tazza.
Mentre lo bevo continuo a riflettere sul se ho fatto bene.
Dopo averla vestita è il turno di vestirmi io. Mi chiede di poter vedere un cartone al computer. "Pocoyo" le suggerisco, pensando che dura 7 minuti. "Ma solo uno" aggiungo, sapendo che di solito ne vuol vedere almeno due o tre. Faccio partire il cartone e vado a vestirmi.
Sono sceso dopo dieci minuti. Lei era in ingresso. Orgogliosa mi ha fatto vedere che aveva chiuso il computer e si era messa da sola la tutona e gli stivali.
Ho pensato che forse ho fatto proprio bene a scegliere il caffè che voleva fare lei. L'autostima si alimenta anche così.