Un dubbio italiano. La follia di oggi

Creato il 23 marzo 2013 da Tiba84
Guardare la manifestazione di Roma di questo pomeriggio, è stato buttare via un pomeriggio. Un errore madornale. Per le menzogne di Berlusconi: "ho governato con una maggioranza risicata", "gli altri fanno i ribaltoni comprando senatori", ma anche follie insensate: "i giudici non devono solo essere imparziali, ma anche apparirlo". Un discorso completamente incentrato su un confronto IO-voi fatto di prese di distanza e di riavvicinamenti, in un'avversione contro gli altri (per adesso il PD è il "bambino" incapace che deve essere accudito, cioè aiutato dal Pdl a governare; mentre il M5S sono dei pazzi che vogliono lo sfascio del paese) ormai notissima.
Al di là di tutto, c'è un dubbio che mi attanaglia: com'è possibile che ancora tante persone seguano Berlusconi? Già il voto rappresenta qualcosa di inconcepibile, a maggior ragione seguirlo dopo la sconfitta elettorale, e in particolare su un tema personale come i suoi problemi con la giustizia. Tutto il resto, infatti, non è più credibile: sulle tasse non ha mai fatto nulla; l'economia reale è peggiorata sotto i governi di Berlusconi, portando l'Italia al baratro; le riforme liberali non ci sono state e l'Italia ha raggiunto lo sfascio culturale. Perché continuare a seguirlo?
C'è un unico aspetto (in cui Berlusconi, tra l'altro, è imbattibile) per cui lo si può continuare a seguire: Berlusconi racconta storie. Monti, Bersani e Vendola (per fare dei nomi) descrivono la realtà con gli occhiali delle idee politiche e delle proposte che avanzano: iscrivono la vita nella realtà delle condizioni quotidiane, stringendola a vincoli precisi (l'esattezza non è data, ma appartiene alla concezione politica e, quindi, al gioco elettorale). Non raccontano storie, ma fanno "storia", benché in senso lato. Costruiscono attraverso la politica una concezione della realtà. Berlusconi fa il contrario. E per questo piace...
Mentre quelli sul piano della teoria conservano un rapporto con la ragione storica, Berlusconi scarica sulla società la potenza di una guerra in cui si è già dispiegata la tecnica. Questi cittadini si sentono di nuovo al centro dell'attenzione, attori di una condizione di vita diversa dalla loro, diversa dal reale. In cui i problemi si risolvono con niente, anche se poi non vengono risolti. E gli elettori lo sanno, ma non importa. Non vogliono vivere in quell'orrida realtà che Monti, Bersani e Vendola mostrano, preferiscono le storie di Berlusconi. Vero e proprio salvatore, per questo motivo.
Il fatto che tutto questo corrisponda ad un inganno non cambia nulla, tanto che dir loro, così come la sinistra ha fatto (malissimo, tra l'altro) in questi anni, è inutile e folle. Non c'è soluzione di continuità tra quella potenza che vogliono subire, cittadini resi massa e felici di essere pubblico, e l'inganno che sanno di subire, poiché la potenza è violenza e loro ne sono le vittime felici, al fine di essere il centro della vita.
Il nulla è diventato potere in Italia. E ce lo teniamo.
Grillo, evidentemente, si inserisce in questa linea, nonostante un errore: la democraticità di internet è un coltello a doppio taglio. Tuttavia, appena Berlusconi muore, l'erede è Grillo.

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