Sono mesi che mi riprometto di scrivere questa recensione, mesi! Poi ho sempre trovato di meglio di cui parlarvi, qualcosa che mi attirava di più e mi faceva mettere in secondo piano la Cass senza nemmeno troppa sofferenza, ma, data la notizia dei giorni scorsi, non potevo più evitare di parlarne (lo scoprirete più sotto, non temete), quindi eccomi qui, a raccontarvela tutta cercando, però, di evitare gli spoiler; trattandosi di una recensione complessiva dei primi tre libri della serie, capirete, non sarà semplicissimo. Ma, parola mia, li eviterò come la peste i protagonisti nel Decamerone.
Buona giornata, amicetti <3"><3"><3"><3
Titolo: The selection
Serie: The selection #1
Autrice: Kiera Cass
Traduttrice: Anna Carbone
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2013
Pagine: 320
In un futuro lontano, in un Paese devastato dalla guerra e dalla fame, l’erede al trono seleziona la propria moglie con un reality show. Spettacolare. Per molte ragazze la Selezione è l’occasione di una vita. L’opportunità di sfuggire a un destino di miseria e sognare un futuro migliore, fatto di feste, gioielli e abiti scintillanti. Ma per America è un incubo. A sedici anni, l’ultima cosa che vorrebbe è lasciare la casa in cui è cresciuta per essere rinchiusa in un palazzo che non conosce. Perdendo così l’unica persona che abbia mai amato, il coraggioso Aspen. Poi però America incontra il principe Maxon e le cose si complicano. Perché Maxon è affascinante, dolce e premuroso. E può regalarle un’esistenza che lei non ha mai nemmeno osato immaginare…
Titolo: The elite
Serie: The selection #2
Autrice: Kiera Cass
Traduttrice: Anna Carbone
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2014
Pagine: 312
Trentacinque ragazze. Così era cominciata la Selezione. Un reality show che, per molte, rappresentava l’unica possibilità di trovare finalmente la via di uscita da un’esistenza di miseria. L’occasione di una vita. L’opportunità di sposare il principe Maxon e conquistare la corona. Ma ora, dopo le prime, durissime prove, a Palazzo sono rimaste soltanto sei aspiranti: l’Elite. America Singer è la favorita, eppure non è felice. Il suo cuore, infatti, è diviso tra l’amore per il regale e bellissimo Maxon e quello per il suo amico di sempre, Aspen, semplice guardia a Palazzo. E più America si avvicina al traguardo più è confusa. Maxon le sa regalare momenti di pura magia e romanticismo che la lasciano senza fiato. Con lui, America potrebbe vivere la favola che ha sempre desiderato. Ma è davvero ciò che vuole? Perché allora ogni volta che rivede Aspen si sente trascinare dalla nostalgia per la vita che avevano sognato insieme? America ha un disperato bisogno di tempo per riflettere. Mentre lei è tormentata dai dubbi, il resto dell’Elite però sa esattamente ciò che vuole e America rischia così di vedersi scivolare via dalle dita la possibilità di scegliere… Perché nel frattempo la Selezione continua, più feroce e spietata che mai.
Titolo: The selection
Serie: The selection #3
Autrice: Kiera Cass
Traduttrice: Anna Carbone
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2014
Pagine: 324
La Selezione ha cambiato per sempre la vita delle trentacinque ragazze partecipanti. E ora, dopo mesi di prove, è finalmente giunto il momento di proclamare la vincitrice. Perché solo una di loro può aspirare alla corona. Per America Singer l’emozione e la confusione del suo primo giorno a Palazzo sono ormai solo un ricordo. Mai avrebbe immaginato di arrivare così vicino al traguardo, o al cuore del principe Maxon. Eppure per lei non è stato facile. Costantemente in bilico tra i suoi sentimenti per Aspen, guardia a Palazzo e suo primo amore, e la crescente attrazione per Maxon, ha dovuto lottare con tutta se stessa per arrivare dov’è ora. Adesso, a un passo dalla fine, America però non può più permettersi incertezze. Deve scegliere il futuro che vuole. E combattere. Prima che qualcuno lo faccia per lei.
Il primo volume di questa trilogia (ma dovrei chiamarla “serie”, prevedendo due nuovi volumi aggiuntivi, di cui uno in uscita il 5 maggio prossimo) è appena stato opzionato dalla Warner Bros, partiamo con le belle notizie: quando un libro diventa un film, sono sempre felice, a prescindere da quanto non mi abbia presa o mi abbia fatta inorridire per la totale scemenza dei fatti narrati. Come nel caso di questi romanzi. Sorvolerò su quanto sia risultata odiosa la reazione della sua autrice ad una recensione negativa su Goodreads di un’utente molto seguita, perché cerco sempre di evitare di relazionare un libro al suo autore: non vi dà fastidio sapere, prima di aver letto un romanzo, cosa ha spinto un autore a scrivere qualcosa o i dettagli più intimi della sua vita? Mi hanno insegnato a badare al testo, e poi, solo dopo, a relazionarlo con chi l’ha scritto, perché è ovvio che inevitabilmente quel che si scrive rispecchia quel che si è e come si guarda il mondo, ma non credo questo debba interferire con un’analisi quanto più oggettiva possibile. E lo stesso dicasi sul modo col quale si rapporta col pubblico, per quanto creda che, una volta uscito, il libro non appartenga più al suo autore ma ai lettori che hanno il diritto di formarsi una loro opinione libera. Ma vabbe’, chiudendo la parentesi e concentrandoci su quel che la Cass ha scritto, vi dirò subito che fin dalla prima riga mi era chiaro di esser stata presa in giro dal marketing: questa non è una serie distopica (forse l’avrei dovuto capire dalle copertine in effetti, ma tant’è); il grande problema, in questa storia, è che è semplice rintracciare gli elementi che possiamo riconoscere come appartenenti a questo genere, ma sono così effimeri che non possono esser tenuti di conto, uno sfondo sfocato sul quale muoversi ma che di fatto non entra mai in gioco. La Cass infatti introduce un mondo che ha i tratti delle distopie cosiddette “dei totalitarismi” – quelle della maggior parte dei distopici novecenteschi, per intenderci -, come un mondo futuro sopravvissuto a un altro paio di guerre mondiali e una società rigidamente divisa in caste in cui tutto è controllato dall’alto, ma, appunto sono qualcosa che evapora non appena entra in scena il romance: questo è The selection, in fondo, niente più, niente meno. Banalizzando il tutto, potrei anche dire che la Cass pare aver guardato un po’ di TV spazzatura nostrana e aver creato il corrispettivo royal di Uomini&Donne perché la trama si può riassumere così: trentacinque bellissime ragazze, arrivate da ogni parte del Paese e selezionate dal re in persona, si contendono un solo ragazzo, il principe Maxon, condividendo con lui delle esterne, rigorosamente filmate per esser trasmesse in televisione alla Nazione, che si svolgono nelle sale o nei giardini del palazzo. Una trama banalotta che, tuttavia, avrebbe potuto benissimo esser un diversivo da letture ben più pregnanti, se avesse delle basi un po’ più solide sulle quali poggiarsi, perché, appunto si vuol darle una definizione che non calza e probabilmente l’etichetta di “favola” ci sarebbe stata meglio. L’ambientazione, così come le motivazioni fornite nello spiegare un mondo completamente differente da quello odierno, non sono sufficienti – e mancano decisamente di realismo: gli USA vengono invasi dalla Cina per una questione di debito? E un tizio in un non ben precisato modo salva lo Stato e poi gli dà il suo nome? Seriamente? – e finiscono per risultare dei tentativi di dar spessore a qualcosa che non si sa invece controllare e sfugge inevitabilmente di mano: risultano quindi, poi, insensate le mosse per reintrodurre nel corso dell’intera trilogia delle sommosse popolari qua e là e dei richiami alle brutture del mondo delle caste senza davvero far capire perché. Mi ripeto: si fosse detto che questa era una favola, nessuno se ne sarebbe accorto.
A tutto ciò, sicuramente, non aiuta che la narrazione sia filtrata attraverso il punto di vista di una ragazzina così insopportabilmente capricciosa e piena di quei pregiudizi che riscontra puntualmente negli altri da risultare irritante a dir poco. Perché, amici, America Singer è proprio una delle peggiori protagoniste young adult che siano mai state create: rossa di capelli (come ormai tutte le protagoniste del genere), recalcitrante in maniera spaventosa verso l’unica cosa che potrebbe cambiare la vita dell’intera famiglia (“classificarsi” in un’alta posizione alla Selezione significa, in ogni caso, salire di casta, anche se non si è la scelta finale) e talmente concentrata su se stessa, è veramente snervante leggere i suoi pensieri incoerenti che saltellano da una parte all’altra, facendole cambiare idea nel giro di una frase e impedendo di sentirlesi almeno un minimo vicini. America è, insomma, odiosa e lo stesso si può dire delle altre protagoniste, ognuna incarnante una qualità differente e dallo spessore della carta velina: abbiamo Marlee la ragazza timida, Celeste l’arrampicatrice sociale, Kriss quella convinta per lo più di sé stessa e via dicendo. In questo gioco al massacro mediatico, nel quale vince chi conquista la corona e il principe e riesce ad accattivarsi le grazie di re e regina nonché di pubblico/sudditi, le ragazze della Selezione si sorridono in faccia per pugnalarsi alle spalle, disposte a sgambetti e tagli di abiti pur di apparire migliori e più appetibili, persino America. Lei che di quest’opportunità non voleva saper niente perché innamoratissima dell’ex ragazzo Aspen (vi prego, non ridete dei nomi o non la finirete più se ve li elencassi tutti, vi dico solo che esiste una Tuesday), si ritrova ad apprezzarne vari aspetti più di quel che avrebbe mai creduto e a sviluppare dei sentimenti verso il principe in maniera quasi subitanea. Ad innamorarsi della vita di palazzo e dell’inquilino più giovane.
«Se avesse la bontà di lasciarmi rimanere, anche solo per poco, sarei pronta a fare un patto», mi offrii.
Mi guardò perplesso. «Un patto?»
Esitai ancora. «Se mi lasciasse restare…» Mi accorsi che stavo sfornando delle idiozie. «Insomma… Lei è il principe. Con tutto quello che ha da fare per mandare avanti il paese e tutto il resto, deve anche trovare il tempo di ridurre trentacinque ragazze… Ehm… Trentaquattro, a una soltanto. È faticoso, non crede?»
Annuì. Vidi che il solo pensiero lo spossava.
«Cosa ne direbbe di avere un informatore interno? Qualcuno che possa aiutarlo? Cioè, una specie di amica?»
«Un’amica?» ripeté lui.
«Sì, mi faccia rimanere ed io l’aiuterò. Sarò la sua amica. Non dovrà preoccuparsi di convincere me: sa già che non sono interessata. Però può venirmi a parlare tutte le volte che vuole e io cercherò di aiutarla. Ieri sera ha detto che cercava una confidente: ebbene, finché non ne troverà una definitiva potrei essere io quella persona. Se lo desidera.»
Mi rivolse uno sguardo dolce e guardingo assieme. «Ho parlato con quasi tutte le ragazze presenti in questa stanza e non credo di potrei trovare un’amica migliore di lei. Sarei lieto se rimanesse.» [Da The selection]
Mi aspettavo una lettura leggera, e questo ho ottenuto. Ma non mi aspettavo di storcere il naso e finire per non apprezzare tante piccole, piccolissime cose che, però, messe assieme han formato un enorme punto interrogativo col quale dialogo ormai da mesi, perché non è un caso che ci abbia messo un sacco a scriver questa recensione. Vorrei, in realtà, potervi dir di più, ma non mi piace sparare a zero su un romanzo. Poco mi è piaciuto, se non l’idea in generale che aveva delle buone premesse di svilupparsi nel classico ottimo libro – e trilogia – da leggere sotto l’ombrellone ma sopra alla sua realizzazione che mai mostra uno sviluppo – dei personaggi, dello scenario, dello stile, di tutto – e a una scrittura povera, certamente non aiutata dalla scelta del punto di vista e da dei dialoghi che, anziché aumentare la tensione tra i personaggi e dar motivo di azione, la smontano pezzo dopo pezzo rivelando ogni benedetta volta quel che frulla nelle menti dei vari personaggi, non riesco a passar del tutto. Forse sono io che ho bisogno di qualcosa di più, a pretender troppo da un libro che non voleva necessariamente raggiunger quello scopo, non so. Quel che posso dirvi è che leggerò comunque il quarto volume: si deve pur dare un’altra possibilità a tutti, no? Kiera Cass, stupiscimi!