Una ricerca del Centro di medicina e biologia della riproduzione dello European Hospital di Roma ha scoperto che embrioni con anomalie genetiche possono tornare sani e dare origine a una gravidanza.
Anche gli embrioni ritenuti parzialmente malati, che in precedenza si credevano corresponsabili di mancati impianti oppure di casi di aborto spontaneo, possono dare vita a bimbi in salute, in virtù di un meccanismo di autocorrezione proprio della natura. Lo rivela una ricerca tutta italiana che ha studiato 18 impianti, da cui sono nati 6 bimbi perfettamente in salute (5 femmine e un maschio).
Nella sperimentazione, per la prima volta sono stati impiantati nell’utero embrioni ritenuti parzialmente malati (definiti “embrioni aneuploidi a mosaico”). I ricercatori del Centro di medicina e biologia della riproduzione dello European Hospital di Roma hanno così mostrato che anche essi possono dare origine a gravidanze normali e a bambini non malati.
I risultati dello studio possono essere letti con una doppia valenza clinica. In primo luogo, embrioni parzialmente malati, che presentano anomalie cromosomiche, possono quindi autocorreggersi e, quando impiantati, le cellule sane “si impongono” su quelle malate. Di conseguenza, potendo impiegare anche questi embrioni con anomalie cromosomiche, è possibile incrementare le possibilità di successo dei trattamenti della fecondazione assistita. Ciò significa che questi embrioni non saranno più lasciati congelati oppure eliminati (pratica che in Italia è illegale).
Lo studio pilota ha effettuato analisi su oltre 3.800 blastocisti; circa il 5% di esse era a mosaico. Si è proceduto così con i 18 impianti: i bambini nati oggi hanno circa un anno e sono in perfetta salute.
Fonte: “La Stampa”