Tutti dovrebbero poter trascorrere un periodo di studio all'estero, almeno per capire che anche quando si esce da schemi prestabiliti, anche quando si viene catapultati in un paese straniero, lasciando ogni abitudine, sicurezza, amici, comodità (mi viene in mente, anche se un po' fuori luogo: "choose life; choose a job; choose a carrer; choose a family; etc."), si possono trovare, se si sa cercare bene, luoghi e persone straordinarie, che mai avresti avuto l'occasione di incontrare altrimenti.
Non capivo chi continuava a dirmi che "un Erasmus ti apre gli occhi e la mente" perché, anche se non avevo la presunzione di aver già visto tutto a questo mondo, pensavo di conoscerlo piuttosto bene. E invece ti rendi conto di quanto "questo mondo" davvero sia vasto, e di questa vastità quali siano gli aspetti che realmente contino. Ti rendi conto che l'Italia non è che un briciolo di tutto quello che le sta accanto, impari ad apprezzare meglio alcuni aspetti e a disprezzarne altri, sia italiani che stranieri.
Quindi spero mi perdonerete se ieri, all'atto di salutare alcuni amici dell'Erasmus che probabilmente non rivedrò più per molto tempo, è scappata fuori dagli occhi un po' di malinconia e tristezza.
La fine di un Erasmus è oggettivamente un trauma: ti ritrovi a dover salutare persone con cui hai passato quasi un anno intero, giorno per giorno sempre insieme. Ti sembra di conoscerle da una vita. Ripensi a quando le hai conosciute per la prima volta e ti chiedi se davvero sono solo 11 mesi quelli che hai trascorso all'estero. Rivedi le foto e ti domandi se all'inizio era veramente tutto così. Così strano, col senno di prima. Così figo, col senno di mentre. Così maledettamente stupendo, col senno di poi.
Un Erasmus è per sempre.
Un malinconico LuciusDay P. S. Chiamate un medico. Depressione post Erasmus in avvicinamento..;)
P. P. S. Che credete, Forse con l'Erasmus, ma con la Germania non è mica finita qui. Vi aggiornerò presto. To be continued...