Ho appena finito di leggere l’articolo del Corriere della Sera relativo all’ennesimo scandalo della politica calabrese; mi riferisco al caso dell’avvocato Alberto Sarra, che da invalido totale percepisce un vitalizio di 7490 euro mensili, e continua a prestare la sua opera presso l’amministrazione regionale della Calabria. Leggo che ha percepito centinaia di migliaia di euro di arretrati, contemporaneamente all’indennità ed alle varie voci di rimborso derivanti dall’incarico in Regione. Leggo che ha immediatamente chiarito che per potere continuare a lavorare ha rinunciato all’indennità, e noto che nessuno (almeno per ora) gli obietta che chi percepisce una pensione d’invalidità totale non deve lavorare. Leggo inoltre che la relazione medica che sancisce l’invalidità dell’avvocato Sarra lo definisce “permanentemente inabile a proficuo lavoro”. Non credo ci siano dubbi sul significato della frase: l’avvocato Sarra non può lavorare (ci sarebbe anche da discutere sul significato di quel “proficuo”). E a causa di ciò percepisce una pensione lorda dall’ammontare incomprensibile, anzi direi ingiustificabile. Non mi dilungo nelle solite premesse in merito alla solidarietà che il “bon ton” vorrebbe si trasmetta a chi è colpito da patologie gravi. Ma nessuno ha il diritto di mettersi a carico della collettività volutamente. Mi spiego meglio: se l’avvocato Sarra ha una grave patologia cardiaca tale da renderlo inabile al lavoro (e non ho argomenti per non credere a ciò) allora egli non ha alcun diritto di continuare a lavorare, neanche prestando gratuitamente la sua opera. Deve stare a casa e curarsi vivendo con la sua scandalosa pensione d’invalidità. Sia per rispetto della sua stessa persona, che per non caricare il servizio sanitario calabrese con ulteriori spese che potrebbero derivare dal suo aggravamento. Non abbiamo bisogno di eroi che si sacrificano per la collettività, ma di uomini e donne che possano svolgere “proficuamente” il proprio lavoro. Come cittadino lo ringrazio per il suo altruismo, per l’impegno che mette nell’interesse del popolo calabrese, ma sono sicuro che nel panorama politico attuale esiste un soggetto in grado di svolgere adeguatamente gli innumerevoli incarichi che attualmente sono da lui ricoperti; tutti utili, nessuno indispensabile recita un vecchio modo di dire.
Ho appena finito di leggere l’articolo del Corriere della Sera relativo all’ennesimo scandalo della politica calabrese; mi riferisco al caso dell’avvocato Alberto Sarra, che da invalido totale percepisce un vitalizio di 7490 euro mensili, e continua a prestare la sua opera presso l’amministrazione regionale della Calabria. Leggo che ha percepito centinaia di migliaia di euro di arretrati, contemporaneamente all’indennità ed alle varie voci di rimborso derivanti dall’incarico in Regione. Leggo che ha immediatamente chiarito che per potere continuare a lavorare ha rinunciato all’indennità, e noto che nessuno (almeno per ora) gli obietta che chi percepisce una pensione d’invalidità totale non deve lavorare. Leggo inoltre che la relazione medica che sancisce l’invalidità dell’avvocato Sarra lo definisce “permanentemente inabile a proficuo lavoro”. Non credo ci siano dubbi sul significato della frase: l’avvocato Sarra non può lavorare (ci sarebbe anche da discutere sul significato di quel “proficuo”). E a causa di ciò percepisce una pensione lorda dall’ammontare incomprensibile, anzi direi ingiustificabile. Non mi dilungo nelle solite premesse in merito alla solidarietà che il “bon ton” vorrebbe si trasmetta a chi è colpito da patologie gravi. Ma nessuno ha il diritto di mettersi a carico della collettività volutamente. Mi spiego meglio: se l’avvocato Sarra ha una grave patologia cardiaca tale da renderlo inabile al lavoro (e non ho argomenti per non credere a ciò) allora egli non ha alcun diritto di continuare a lavorare, neanche prestando gratuitamente la sua opera. Deve stare a casa e curarsi vivendo con la sua scandalosa pensione d’invalidità. Sia per rispetto della sua stessa persona, che per non caricare il servizio sanitario calabrese con ulteriori spese che potrebbero derivare dal suo aggravamento. Non abbiamo bisogno di eroi che si sacrificano per la collettività, ma di uomini e donne che possano svolgere “proficuamente” il proprio lavoro. Come cittadino lo ringrazio per il suo altruismo, per l’impegno che mette nell’interesse del popolo calabrese, ma sono sicuro che nel panorama politico attuale esiste un soggetto in grado di svolgere adeguatamente gli innumerevoli incarichi che attualmente sono da lui ricoperti; tutti utili, nessuno indispensabile recita un vecchio modo di dire.
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