I fisici avevano misurato una velocità da parte dei neutrini, facendoli viaggiare dal laboratorio del CERN a Ginevra fino al laboratorio del Gran Sasso vicino a L'Aquila, 60 nanosecondi minore di quella della luce.
Molti altri fisici avevano sospettato che questo straordinario risultato fosse dovuto ad un errore nelle misurazioni, dato che questa teoria era in netto contrasto con quella della Relatività di Einstein che afferma che nulla può viaggiare più veloce della luce. Teoria, quest'ultima, confermata da molteplici esperimenti nel corso dei decenni.
Secondo fonti vicine all'esperimento, i 60 nanosecondi di differenza sembrano provenire da un cattivo collegamento di un cavo a fibra ottica tra il ricevitore GPS usato per correggere il tempo di “volo” dei neutrini ed una scheda elettronica di un computer.
Dopo il cablaggio del collegamento e misurando, poi, il tempo impiegato dai dati per percorrere la lunghezza della fibra, i ricercatori hanno scoperto che i dati arrivavano 60 nanosecondi prima di quanto ci si aspettasse.
Sembrava una scoperta destinata a rivoluzionare la fisica, ma a quanto pare la teoria di Einstein sembra reggere ancora. Nuovi esperimenti, si spera senza errori questa volta, serviranno a confermare o smentire quanto scoperto a fine 2011.
Fonte: ScienceMag
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