Un'Europa indecisa Il drammatico bilancio delle vittime degli attentati a Bruxelles non si è ancora concluso, ed ecco che i soliti noti esponenti del centrodestra italiano si slanciano in estemporanee dichiarazioni di un generico odio razzista e di una becera xenofobia, con slogans da osteria e anatemi contro tutto e tutti. Matteo Salvini, presente a Bruxelles, si è intrufolato in diretta nella trasmissione di Mattino 5. Poi si è fatto immortalare con tanto di cartello: "Ripuliamo le nostre città" ed infine, ecco l'hashtag #iononhopaura.
Maurizio Gasparri, su Facebook, mette insieme immigrati, clandestini e terroristi: "Uccidono in nome dell'Islam. In Europa, in Asia, in Africa. E intanto Renzi porta in Italia altri clandestini a migliaia. Mentre dovremmo espellere chi minaccia la nostra libertà. Dobbiamo ripulire i quartieri invasi da islamici. Prendono i nostri passaporti, lavorano nelle nostre città , come Salah e i suoi familiari a Bruxelles, e in cambio ci sterminano. Basta con la retorica dell'integrazione. Perquisizioni, arresti, espulsioni in Europa. Radere al suolo lo Stato islamico". Su alcuni punti, non riesco a dargli torto, specie sulla faccenda della necessità di un controllo capillare, delle espulsioni e dell'eradicazione dell'ISIS.
Daniela Santanchè, sul Twitter, si chiede: "Terrorismo islamico?". No, spettacolo pirotecnico, Pitonessa! Poi, attacca l'amministrazione di Milano per la scelta di allestire, nelle aree Expo, un centro di accoglienza, che, per lei, sarebbe "una caserma dell'Isis nel centro di Milano".
Francesco Storace, sul suo profilo, twitta una vecchia prima pagina di “Libero” col titolo "Bastardi Islamici", e poi condivide il messaggio: "Non esiste un islam moderato. O combattiamo o saremo sconfitti". Il grosso errore degli europei, come ha denunciato anche il presidente Mattarella, è la mancanza di un coordinamento delle varie centrali di intelligence nazionali, in modo efficace e produttivo, con scambi di informazioni reciproche. Inoltre, non esiste ancora un piano preordinato e preventivo, per affrontare le emergenze, in modo tale da controbattere, immediatamente, gli eventuali attentati. Questo è il senso di sfida, lanciato dai terroristi: vi colpiamo dove, come e quando vogliamo. Si reagisce ancor sul filo dell'emergenza contingente e ci si muove
a casaccio, come mosche impazzite entro una bottiglia chiusa. Franco Bifani