Un film-culto stasera in tv: FERMATE IL MONDO… VOGLIO SCENDERE! (sab. 30 genn. 2016)

Creato il 30 gennaio 2016 da Luigilocatelli

Fermate il mondo… voglio scendere!, di Giancarlo Cobelli (1968). Rai Movie, ore 1,05.
Uno di quei film scomparsi, dimenticati, negletti, di cui è però sopravvissuto il geniale titolo diventato col tepmo un’espressione proverbiale entrata nel conversare comune. Senza che nessuno naturalmente si ricordi del film che l’ha generata. Che è questo Fermate il mondo… voglio scendere! del 1968, bislacco frutto della breve stagione del cinema italiano giovanilista di contestazione (al sistema, alla socità dei consumi, all’autoritarismo, alla dittatura dei cosiddetti matusa ecc.), quello aperto da I pugni in tasca e proseguito con Escalation, Grazie zia e  qualcos’altro. Nessuno allora se lo filò, anzi a leggere oggi le critichec’è da rimanere basiti da tanta furia demolitoria. Pensare che alla regia c’era quel Giancarlo Cobelli che, nato come mimo (e lo si ricorda anche alla Tv dei ragazzi!), sarebbe poi diventato dai primi Settanta uno dei registi teatrali di maggiore audacia intellettuale e inventività. Col cinema non ebbe una storia felice. Ci furono un suo meraviglioso Woyzech in bianco e nero, versione filmica di un suo spettacolo teatrale, e questo sfortunatissimo e sottovalutato Fermate il mondo… Commedia stravagante e pazza su un gruppo di giovani assai critici verso la società dei consumi. Solo che uno di loro (Lando Buzzanca prima della sua stagione siculo-machista) diventa un ventriloquo-star della tv e, come si diceva allora, finisce integrato nel sistema. Causando nel gruppo degli amici e compagni una spcaccatura tra gli intransigenti e quelli disposti a scendere a patti, eccome, con il Moloch capitalista. Cast fantastico. Oltre a Buzzanca, una Paola Pitagora reduce dal primo Bellocchio e dai Promessi sposi Rai, Barbara Steele, già in Otto e mezzo e scream-queen di horror di culto di Bava e Freda, Agnès Spaak, la sorella fotografa di Catherine, l’aristicratica Esmeralda Ruspoli (era anche nell’Avventura di Antonioni). Montaggio di Kim Arcalli! Domina un’estetica pop, come in qualche altro film dell’epoca (da certo Tinto Brass a Dillinger è morto e Break-up di Ferreri alla Decima vittima di Petri). Un reperto d’epoca, una reliquia che una visione se la merita.