Un film epocale stasera in tv: IO SONO MIA (lun. 21 marzo 2016, tv in chiaro)

Creato il 21 marzo 2016 da Luigilocatelli

Io sono mia, Cielo, ore 22,55.
Era lo slogan più gridato del feminismo italiano anni Settanta, diventò poi il titolo di questo film che resta un unicum nel nostro cinema, il tentativo di trasfondere in una storia a uso delle platee e della masse la lotta delle donne di quel passaggio storico (e antropologico) bollentissimo. Leggi Io sono mia, e vengono in mente i collettivi milanesi e romani di via Dogana e del Governo Vecchio, i gruppi di autoscoscienza, le danze per strada delle femministe abbigliate con le gonnellone a fiori, le camicie etniche, gli scialli, e ai piedi i mitici zoccoloni. E vengono in mente le battaglie contro il suprematismo maschile, e per cose di una qualche importanza come la legalizzazione dell’aborto. Sembra un’altra era, e in effetti lo è. Questo film è dunque un reperto archeologico, un documento arrivato da un altro mondo, la storia esemplarissima e dimostrativa di una povera donma conculcata dal marito oppressore e fallocrate che trova però la strada della ribellione e, come si diceva, dell’autodeterminazione. Più che una narrazione, un manifesto, un proclama, uno slogan diventato film militante. E però niente come questo Io sono mia oggi è in grado di restituire quella temperie, e allora che lo si guardi, almeno un po’. Non fu un successo. La protesta femminista funzionava per strada e nei media, non al cinema. Ma oggi è un culto, un ghiottissima chicca. Nato da donne autenticamente inpegnate in quelle battaglie, a partire dalla regista Sofia Scandurra, che poi non avrebbe girato altri lungometraggi. Sceneggiatura, oltre che di Sofia Scandurra, della ex partigiana e poi agente cinematografica Lù Leone, e di Dacia Maraini. Vannina è sposata a Giacinto, ma lui la tratta come un oggetto sessuale (sarà per questo che Cielo, rete specializzata in eroticarelli, lo ha messo in palinsesto?). Finché lei prenderà coscienza, come si usava dire a quei tempi, e troverà il coraggio di ricominciare la propria vita senza il fallocrate tiranno accanto. Cast da urlo, e di culto. Stefania Sandrelli è Vannina, Michele Placido il marito. E poi Maria Schneider, di cui si chiacchieravano presunte storie lesbo, e Francisco Rabal. Del 1978, ma sembran passati secoli.